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Il simbolismo e la cartellonistica di Mucha a Palazzo Reale

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IL SIMBOLISMO E LA CARTELLONISTICA DI MUCHA A CONFRONTO: LA CLESSIDRA DEL TEMPO COME BOOSTER MOOD

Si può cercare il proprio “booster mood”, la propria personale pillola della felicità, nell’arte? L’atmosfera generale di un quadro, lo stato d’animo o di un sentimento trasferito nel marmo o nel bronzo da uno scultore, riescono a far emergere emozioni in chi guarda, sentimenti e percezioni in grado di far star bene o suscitare angoscia tanto che un dipinto o una scultura puo’ rivelarsi anche disturbante, oscura o magnetica, in positivo ed in negativo?

25b. Alfons Mucha
Les Pierres Précieuses (Il Topazio), 1900
Litografia a colori, cm 102 × 43,7
Richard Fuxa Foundation
Foto: © Richard Fuxa Foundation

La risposta è si. Ne sono un validissimo esempio due belle mostre a Milano che come una clessidra immaginaria, permettono agli spettatori di fare un bilancio tra immaginazione e ricordi alla ricerca del proprio booster mood di felicità. Le mostre “Il simbolismo: dalla Belle Époque alla Grande Guerra” e “Alfons Mucha e le atmosfere art noveau”, entrambe a Palazzo Reale a Milano, sono promosse, la prima dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group e la seconda organizzata da Palazzo Reale di Milano, Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore, in collaborazione con la Richard Fuxa Foundation e il Centro di Ricerca Rossana Bossaglia, Dipartimento Culture e Civiltà, Università di Verona (e si avvale altresì del patrocinio della città di Praga). Ecco che il “booster mood” diventa lo stato d’animo di chi guarda il dipinto o la scultura che può essere disturbante o tranquillo, scuro o energetico come nei quadri esposti nella mostra sul Simbolismo, per esempio, ed invece spensierato e bucolico nel suo messaggio quasi pubblicitario, nei lavori di Mucha esposti alla seconda mostra.

26. Goldscheider
Portatrice d’acqua, 1900 circa
Ceramica e opali, cm 115 × 29 × 32
Collezione privata
© Fabrizio Giraldi, Trieste

E cosi, mentre il simbolismo diventa “sensibilità nuova” che via via si afferma quasi come reazione ed in stretta relazione al materialismo degli anni di poco precedenti (impressionismo docet), queste 21 sezioni tematiche sul Simbolismo creano un percorso espositivo che avvolge in modo onirico nei proprio sogni più belli o nei propri incubi più cupi. Le interpretazioni dell’amore di Giovanni Segantini ne sono un esempio esattamente come l’immaginario divisionista di Gaetano Previati. Esattamente come nella magia creata dalla grafica di Mucha, la decorazione di Galileo Chini per esempio rendono conto, tra l’altro, dell’importanza di questi movimenti che non solo hanno definito un’epoca, ma l’hanno plasmata rendendo chi l’ha vissuta testimoni non più della fisicità e della realtà fisica attraverso l’impressione dei propri stati d’animo, ma attraverso il vero e proprio inconscio umano.

Le opere d’arte di art noveau poi nella mostra su Mucha, concludono idealmente questo percorso a “clessidra” alla ricerca del proprio booster mood, dividendone con lo spettatore quasi la nuova quotidianità di quegli anni, in quelle atmosfere così tipiche. Due belle mostre insomma, dove al booster mood dell’arte si aggiunge quello emozionante di cui tante volte abbiamo parlato: lo scorrere del tempo visto come una clessidra dalla sabbia immaginaria dove a fare la differenza tra un sogno ed il vederlo realizzato ed a permettere il passaggio da una parte all’altra della sfera, siamo sempre noi con le nostre passioni e desideri.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

Credit Photo: Ufficio Stampa Palazzo Reale

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