Mood History

La mostra di Henri de Toulouse-Lautrec a Palazzo Blu

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IL GENIO DI UN MOOD DA NON PERDERE: LA MOSTRA DI LAUTREC A PALAZZO BLU

Henri de Toulouse-Lautrec ha da sempre esercitato un grande fascino tra i pittori di tutti i tempi, proprio per l’uso sapiente dei colori in un periodo storico, quello di fine ottocento, dove comparvero nuove vernici con percentuali di cromo ed arsenico che facevano la differenza (per la gamma dell’arancione e del giallo ed il nuovo pigmento del verde smeraldo). Se poi si aggiunge l’immagine del pittore, Lautrec appartiene da sempre all’immagine del ceto di quell’alta aristocrazia francese che frequenta i “bassi fondi” di Parigi che, d’un tratto (erano gli anni di una Parigi patria delle Esposizioni Universali) divengono protagonisti del divertimento costruito ad uso e consumo “per ricchi”; nessuno più di lui ha, invece, assaporato quel mondo, vissuto sino al midollo l’odore dei bordelli e delle soffitte bohemien, promuovendolo senza mai prenderne le distanze e morendo, a soli 36 anni a causa delle sue dannose passioni. Rendendolo così ancora più interessante per i posteri ma non per quelli che, come lui, potevano pagare quel mondo da circo per far vivere le luci ed ombre di Montmartre.

Ma possono i suoi colori aver creato il mood? O è piuttosto l’artista ad averlo creato? La grande mostra di Palazzo Blu a Pisa, partita il 16 ottobre 2015 e visitata in primis dal Presidente della Repubblica Mattarella, aiuta molto in questo e presenta al grande pubblico (italiano e internazionale) questa straordinaria avventura sia umana che artistica di un personaggio unico attraverso i suoi manifesti. Con tutti i suoi celebri manifesti. Affiancati da litografie, disegni e da un’attenta selezione di dipinti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private internazionali a coronamento del fondamentale nucleo di opere di grafica, le quali hanno consacrato l’artista tra i “giganti” di quell’arte europea ed hanno spianato la strada verso la modernità e verso la diffusione del manifesto pubblicitario (che grazie all’artista francese diviene opera d’arte).

Il percorso, a cura della Prof.ssa Maria Teresa Benedetti “accreditata studiosa dell’arte francese dell’Ottocento ed esperta dell’artista” sviluppa nello spettatore una conoscenza di Lautrec attraverso gli ambienti che lui era solito visitare ed abitare. La mostra, che si concluderà a Febbraio, è quindi un’occasione irripetibile per conoscere la grande modernità di questo pittore che ha quasi inventanto l’uso del manifesto nella sua accezione più laica e pubblicitaria: sviluppato dalla parte di chi vede con le sue ballerine e le loro danze frenetiche che si offrono alla sguardo. Non dimentichiamo infatti che è una bella epoque, quella di Lautrec; che proprio nei suoi manifesti, ricostruisce e prende forma in modo moderno e colorato “la sua magnifica produzione di dipinti, locandine, litografie e manifesti, Henri de Toulouse-Lautrec è riuscito, più di chiunque altro, a descrivere e caratterizzare una città, uno stile di vita, i colori di una generazione e, più in generale, il vero stile di vita della Parigi di fine Ottocento, la Parigi del Moulin Rouge, di Montmartre, delle maisons closes; quel magnifico periodo in cui, a cavallo tra due secoli, la Ville lumiére era l’indiscussa capitale mondiale dell’arte. Le sezioni della mostra, ben strutturate e facili da seguire anche con l’ausilio del commento delle audioguide che alternano descrizioni e racconti, fanno della litografia di Lautrec un nuovo genere pittorico, i suoi spazi di puro colore riempiti, le donne belle disegnate volutamente dannate, delle case di tolleranza, le sue amate artiste sul palco e lui, giovane dedito a quel mondo (ma che si recava a mangiare ogni giorno con la madre, come racconta un suo pronipote, ma che viveva con le prostitute), costretto a descriverle qul mondo in ginocchio a causa delle sue malformazioni fisiche ma forte del potere del denaro.

Un viaggio affascinante ed unico, un taglio di un Lautrec appassionato ed appassionante con un doppio finale. Sull’artista e sull’uomo. Sul genio di un mood da non perdere.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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