Eventi

Il nuovo vocabolario della moda italiana in mostra alla Triennale

Published

on

Essere di pari passo con i tempi. Impresa ardua se si prende in considerazione, in modo particolare, il così detto “valore aggiunto” dell’era delle nuove tecnologie. Una mostra che esprime bene i cambiamenti di questo settore negli ultimi 17 anni se non di tutto l’ultimo ventennio del secolo scorso è la mostra in corso alla Triennale di Milano: “Il nuovo vocabolario della moda italiana”. Paola Bertola e Vittorio Infante offrono un percorso di ricerca nel bel mezzo degli anni ’90, per la precisione dal 1998, quindi 17 anni esatti. La scelta evidente è quella di un espediente: il “vocabolario“, l’uso di lemmi e definizioni che esprime bene questa ricerca dei curatori e docenti al Politecnico di Milano: i giovani che recuperano le radici Made in Italy. Ma questa ricerca appunto, stavolta per immagini, può però essere sviluppata in una ottica totalmente nuova? E se si come? A queste ed altre domande, risponde un allestimento fantastico e pieno di luce alla Triennale di Milano dove i colori degli abiti vengono avvolti dalla dimensione nitida di una pagina bianca da riempire. Ma chi sono i giovani design del nuovo vocabolario della moda italiana? E cosa valorizzano? La ricerca parte dalla prima stanza e utilizza fonti tra le più varie e geniali, come la moda, proprio perchè di ogni genere: magazine, riviste patinate, fino all’editoria digitale, eccoli allora i modelli esposti, scarpe ed accessori, alle prese con la comunicazione della moda. Frammentandone il messaggio, in questo modo se ne riesce quasi a dare una chiara definizione. Ma cos’è il prodotto se non un modo di sviluppare la propria identità? E così l’abito, il prodotto della moda per antonomasia si offre al visitatore del museo come uno studio attento dell’identità e del ruolo sociale del popolo italiano.

Lo studio dei giornali di settore poi costituiscono indubbiamente la comunicazione visiva nel modo più affascinante. Essere di pari passo con i tempi. Impresa ardua se si prende in considerazione, in modo particolare, il così detto “valore aggiunto” dell’era delle nuove tecnologie. Una mostra che esprime bene i cambiamenti di questo settore negli ultimi 17 anni se non di tutto l’ultimo ventennio del secolo scorso risiede forse anche nella scelta di dedicare questo percorso al marchio Fiorucci, volendo omaggiare lo scomparso e compianto Elio Fiorucci, conosciuto personalmente da chi scrive e che esprime bene questa cuoristà e ricerca del nuovo della mostra. Proprio negli anni che prende in considerazione il percorso della Triennale non dimentichiamo che Elio Fiorucci è stato anche lo sponsor e l’ospite del programma televisivo locale “Parola ai Giovani” negli studi di Milano, proprio perchè era il contesto italiano ed in particolare milanese (e la cultura giovanile) ad interessargli da sempre. I giovani di un programma tv che vestivano le sue magliette in modo originale e che lo incuriosiva, divertendolo, puntata dopo puntata.

Questo il personale ricordo di chi scrive e che era, ai tempi, ospite fissa di quella trasmissione e che lo ricorda divertito e divertente in mezzo ai suoi giovani che vestivano le sue celebri magliette in modo ironico e divertente, scanzonato, come piaceva a lui. Tornando alla mostra, è questo Elio Fiorucci che celebra la mostra, questa sua dimensione di giovani per i giovani, a partire dal suo celebre incontro con Andy Warhol. Una mostra che è esaltazione del talento dei giovani quindi, una mostra che celebra il made in Italy più contemporaneo e più recente, fatto di professionisti giovani e dinamici e dei loro maestri. Il mood della cultura della moda insomma, quello in mostra alla Triennale. La bellezza di un viaggio affascinante che vale la pena di fare. Non solo per vedere valorizzato il tanto amato “made in Italy” attraverso i suoi marchi ma nel vedere le parole nella generazione nuova del made in italy stampate sui muri, nero su bianco. E così, quali sono queste parole? Quali sono le parole di questi 17 anni di moda? Bisogna visitare la mostra e le 100 realtà del contemporaneo che ben esprime. Ad Elio Fiorucci, sarebbe piaciuta.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Click to comment

Trending