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Green Mood ai tempi di Expo 2015

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Il mood del naturale alla ricerca della sua anima.

Se c’è una cosa che l’industrial design ha insegnato in questi anni è quel certo uso dell’arte per migliorare un aspetto qualsiasi di qualcosa. Ma ultimamente la tendenza del rendere artistico anche il verde cittadino, ha portato aspre critiche e qualche confusione in più riguardo all’utilizzo di terra ed alberi in modo non ecologico ma creativo. Girando tra i padiglioni EXPO, con le sue linee essenziali tra un cardo ed un decumano, il design dei padiglioni richiama molto a questo problema, attivando soluzioni spesso dialmentralmente opposte. Se il padiglione del Bahrain diventerà un orto botanico al termine dell’esposizione, ci si domanda che fine faranno le piantine appese al soffitto del padiglione americano.

Un tema quindi che non è sicuramente trascurabile ma affascinante proprio perchè in Expo, declinato in modi tanto differenti. All’inizio dell’esposizione mondiale universale milanese, il problema era esclusivamente la critica feroce a quegli “ammassi contorti” come li definì un giornalista inglese, i padiglioni che fanno bella mostra di sè lungo le vie ed accanto all’albero dela Vita ,senza preoccuparsi più di tanto di una svolta green o meno, ma ora che mancano pochi mesi alla sua fine, appare invece molto di più : ogni padiglione esemplifica una filosifia di vita, rispetto al MOOD GREEN del paese rappresentanto e spesso, introduce al nuovo concetto di design “ecologico” dove le piante diventano non solo ornamento ma parte fondamentale del progetto tecnologico (vedi padiglione israeliano). C’è da chiedersi quanto possa costare la manutazione con la potatura e l’irrigazione o che fine faranno piante, massi e pezzi di montagne, ma sicuramente è la sintesi “coreografica” a fare la differenza rendendo qualcosa non solo bello ma anche vantaggioso per Expo, all’insegna del mood del green. Un bell’esempio è sicuramente il Biodiversity Park ed il suo percorso emozionale ecologico, che nasce dalla collaborazione di Bologna Fiere, Università degli Studi di Milano , Padova e Bologna e Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e di FederBio.

Tanti attori con l’obbiettivo di rendere un’area tematica enorme (più di 8.000 mq) un vero e proprio teatro del “green”. E se la posizione piuttosto defilata e la scarsa segnaletica lo rendevano sino ad Agosto piuttosto anonimo ora sono arrivate anche le guide a renderlo fruibile non solo per le scolaresche e gli addetti ai lavori, ma davvero. Il parco con il suo percorso emozionale, in modo particolare, ha finalmente un’anima: quello delle agriguide che con passione e dedizione, informano, seguono e spiegano quando biodiversità e danno valore alla rappresentazione della natura in Expo. Fortemente volute dal professore universitario che ha seguito il progetto come consulente scientifico, come ci racconta Martina, la nostra agriguida: “non essendo più soli facendo il percorso, lungo la Passeggiata della biodiversità, si può scoprire come l’intervento umano abbia agito sul paesaggio italiano capendo meglio ciò che si vede in un percorso sviluppato con piante, massi e pietre caratterizzanti la Sardegna e la Sicilia, la Puglia come Granaio d’Italia, la pianura padana, gli Appennini e le Alpi (tutto arrivato direttamente dai luoghi d’origine) riconoscendo le piante e comprendendone la storia”.

Decisamente l’esempio di green mood più ad alto contenuto scientifico e culturale, dove le passeggiate in solitaria nella biodiversità lungo il percorso emozionale, hanno conquistato ben poco i visitatori di Expo ma che ora possono essere fatte anche all’insegna della scoperta di quanto l’uomo abbia rivoluzionato il naturale ciclo naturale, rendendo forse molto più comprensibile anche la visita ad altri padiglioni dove questo concetto è stato rielaborato architettonicamente ed a livello di green design. Entrare nel mood della natura e del naturale, con una semplice passeggiata, non è forse il proporre strategie concrete sul nutrire il pianeta, ma sicuramente offre una riflessione su quanto le energie per la vita debbano partire dalla tutela ed il rispetto di un enorme patrimonio vegetale, in primis italiano.

Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

Photo Credit: www.expo2015.org

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