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Youth e La grande bellezza: la luce della fotografia d’autore

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La luce come nutrimento. Tema caro all’esposizione mondiale universale all’Expo di Milano che ha preso il via da Maggio nella bella cornice dello spazio espositivo di Rho fiera, ben si esemplifica nella lunga serie di eventi anche a Milano, in particolare quello tuttora in corso fino alla fine della manifestazione, presso il bello spazio di via solferino, nel cuore artistico di Brera nell’insolito scenario di un bello spazio espositivo che si affaccia in fondo ad un cortile tipico milanese,illuminato dall’afa di questi giorni, che come altri spazi che si occupano di rubinetterie, gode di quel fascino tutto milanese di una bella casa nel pieno centro del quartire. Inoltre, attraverso i “silos” progettati da Mario Nanni, designer di fama internazionale e ideatore oltre che creatore di Viabizzuno a lui si deve questo progetto della “cultura della luce”: ovvero “nutrirsi di luce”. Se quindi la cultura come “culto di Ur”, nome babilonese della Luce, poteva essere una casualità, il progetto di Nanni e le conferenze ad esse connesse, ben si prestano ad esemplificare questo culto della luce . Come? Sicuramente in quella maniera inconsapevole che il pubblico che vi partecipa ha di prende coscenza dello stile di vita alterato di questa società fatta di scelte di quantità e non di qualità di vita; riflettendoci attraverso una installazione, paradossalmente i “silos” esemplificano il luogo dove la luce viene immagazzinata non come luce solare ma come luce artificiale atta ad un momento creativo (tema molto caro al Nanni: indimenticabile la battaglia riguardo la lampadina ad incandescenza) offrendo un punto di vista attraverso anche interessanti conferenze, dove la luce si lega alle arti, indissolubilmente.

Un valido esempio è stato quello di ieri sera, Luca Bigazzi di ieri sempre allo spazio di Viabizzuno, ha dato appuntamento per un incontro sul suo ultimo film “Youth” .Il famoso direttore della fotografia di validi film pluripremiati da critica e pubblico, quest’anno è stato anche il vincitore indiscusso della prima edizione del festival “le giornate della luce a Pordenone”perchè parte dell’emozione è la luce. E così è e così sarà, sempre. Lo spessore della luce al fine di dare volume e quale interpretazione degli spazi d’ombra il tema centrale che sta alla base quindi di tutto questo progetto, che proseguirà per il periodo dell’ Expo milanese. Usare quindi l’integrazione tra ombra e luce dove solo serve. Ecco il messaggio vero, dove la luce viene dosata in modo preciso ed attento vista come una “non ombra”ed in particolare, in funzione di quella che offre il taglio all’azione, cinematografica e non, quale messaggio di un “corpo illuminante” a scapito di uno “illuminato”. La luce come vero nutrimento del pianeta.

di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

Photo Credit:  www.viabizzuno.com

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