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Intervista a Eleonora Mattia, autrice del libro “Igiorni del coraggio. La forza delle donne oltre la pandemia”

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Questi ultimi anni segnati dalla pandemia sono stati certamente tra i più complicati per tutti noi, ma per le donne ancora di più. Sono state loro a pagare il prezzo più caro, ma hanno saputo lottare con forza e determinazione. Da qui nasce il libro I giorni del coraggio. La forza delle donne oltre la pandemia di Eleonora Mattia, con la prefazione della conduttrice Rai Eleonora Daniele ed edito da Officina d’Arte Out Out. Si tratta di una raccolta di racconti tutti al femminile che forniscono una testimonianza collettiva dei mesi della pandemia da una prospettiva di genere.  Parola dopo parola, il libro racconta le loro vite, con le loro emozioni, paure, punti di vista e, soprattutto, con il loro coraggio. Quindici donne completamente diverse che, con le loro storie, riescono ad appassionare il lettore toccando argomenti importanti e delicati come la fecondazione assistita, i disturbi alimentari e la violenza di genere.

Abbiamo incontrato l’autrice Eleonora Mattia (Presidente della IX Commissione lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione, diritto allo studio e avvocata) per scoprire qualcosa in più su questo interessante racconto collettivo.

Eleonora com’è nata l’idea di questo libro? E perché la scelta di questo titolo?
Il libro nasce dall’urgenza di raccontare un’altra pandemia, oltre le task forces tutte al maschile e la narrazione degli uomini per gli uomini. Ho voluto mettere al centro le voci delle donne che stavano affrontando l’emergenza, ma tra le quali il Covid-19 è solo il filo rosso che aiuta a raccontare il coraggio e il laborioso sforzo quotidiano – da qui il titolo – che ciascuna di loro mette nel proprio settore. Un racconto corale dove le protagoniste sono solo voci di una sinfonia che fa rumore all’unisono.

Come ha scelto le storie da raccontare? Le è “andata a cercare” o ha raccontato storie che già conosceva, direttamente o indirettamente?
Nel libro ci sono compagne di viaggio che ammiro e che sono state al mio fianco in questi anni. Durante la pandemia, mentre tutto si fermava, loro continuavano ad andare avanti e il loro coraggio, la loro forza e determinazione è stata d’ispirazione per il libro.

 Pensa che questo periodo di pandemia, che ha rappresentato per tutti anche un momento di domande e riflessioni, possa aver portato qualcosa al percorso verso una completa parità di genere? Oppure ha avuto effetti negativi in tal senso?
Possiamo indubbiamente parlare di un impatto di genere (negativo) della pandemia: penso al sovraccarico di lavoro di cura non retribuito – le diverse velocità dello smart working, il peso della DaD o dei caregiver- ma anche, in generale, alla precarietà dell’occupazione femminile. Ma siamo anche a un punto di non ritorno e ciò che la pandemia ha reso evidente può rappresentare la base per una ripresa che colmi le disuguaglianze.

Tra le storie che ha scelto non ci sono profili in qualche modo legati alla “socialità” contemporanea. Per essere più chiari, non ci sono profili di influencer, tiktoker, youtuber ecc… Eppure ci sono tante donne che fanno questo lavoro… Non ci aveva pensato o ha preferito raccontare storie diverse?
Benché non presente nel libro il mondo del digital – con altissima presenza femminile – merita un approfondimento: durante la pandemia, quando tutto si è spostato nella dimensione virtuale, la presenza femminile online è stata veicolo di una narrazione nuova della società. Le donne social hanno potuto continuare a raccontare il mondo trovando online un nuovo protagonismo. Anche se il web spesso si trasforma in un ambiente ostico, amplificando e traducendo su nuovi linguaggi le dinamiche della violenza di genere, rimane uno spazio libero dove esprimere creatività, talenti e – soprattutto – opinioni e visioni, senza insormontabili ostacoli, se non quelli dei divari digitali. Credo che questa debba far riflettere sull’importanza di mettere le donne, fin da bambine nelle condizioni di esprimere se stesse: dove non ci sono spessi tetti di cristallo, la potenza femminile si esprime a pieno.

Quali sono delle storie che non ha inserito nel libro ma che avrebbe voluto raccontare?
Le storie delle bambine che verranno e alle quali ho dedicato questo libro: che sia di ispirazione per trovare la propria strada ed essere sempre dove i loro desideri e i loro sogni le indirizzeranno.

In cosa le donne hanno avuto una marcia in più in questi difficili anni?
Credo semplicemente che in questi anni difficili sia emersa la forza che le donne mettono quotidianamente in campo per essere se stesse in una società che impone loro standard irrealistici e distaccati dalla realtà.

Dopo il successo de I giorni del coraggio, ha in mente un nuovo libro?
La scrittura è per me una passione e ora l’attività politica richiede ogni mia energia in questa fase, ma non sono abituata a tirarmi indietro di fronte alle nuove sfide.

 

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