Serie TV

Anna: La serie tv di Niccolò Ammaniti che ci legherà per sempre a questi anni. Su Sky e NOW

Published

on

Dio c’era”. Questo striscione campeggia tra le case di una città abbandonata all’inizio di uno degli episodi di Anna, la serie Sky Original di Niccolò Ammaniti. Tutti gli episodi del saranno disponibili on demand su Sky e in streaming su NOW, oltre a debuttare anche su Sky Atlantic, che per tre settimane ogni venerdì dalle 21.15 proporrà due episodi della serie. “Dio c’era” e forse non c’è più in questo mondo senza speranza raccontato da Ammaniti, e non ci sono più neanche gli adulti. Anna, tratta dal romanzo di Niccolò Ammaniti del 2015, e le sui riprese sono iniziate sei mesi prima dello scoppio della pandemia, è una serie stupefacente, sconvolgente e profetica. Immagina che un’epidemia, un virus molto potente, abbia colpito tutti gli adulti, e abbia risparmiato i bambini, fino alla pubertà. Loro la chiamano La Rossa, per le chiazze rosse che fa spuntare sulla pelle, insieme a una forte tosse, nel momento in cui si manifesta e comincia a consumare le persone. Sin dalle prime scene si parla di focolai, di virus che mutano, di vaccini, si vedono e si sentono le ambulanze. Ma queste sono solo le premesse, il passato: il presente è una favola nera, un racconto incantato e brutale, ipnotico e immaginifico, in cui il mondo è in mano a dei bambini lasciati allo stato brado, costretti a crescere in fretta e ad arrangiarsi per sopravvivere.

È in questo mondo apocalittico e disperato che si muove Anna (Giulia Dragotto). Rimasta senza i genitori, si occupa del fratellino Astor nella loro casa nel bosco. Come guida ha un libro, un manuale di istruzioni scritto a mano dall’amata mamma (Elena Lietti), un manuale di istruzioni per provare a farcela da soli. È lei a uscire per le provviste, è lei a dare al fratellino dei limiti, oltre i quali non può spingersi. Un giorno, però, la loro casa viene raggiunta da un gruppo di ragazzi, i Blu, che vivono in branco e hanno creato un loro mondo. Astor va con loro. E Anna intraprenderà un duro viaggio per andare a riprenderlo. Sarà pieno di incontri e di difficoltà. Ma la sua missione è trovare un futuro per sé e per il fratellino.

Anna è probabilmente la cosa più forte, sconvolgente, commovente che potesse arrivare su uno schermo in questo momento. È un pugno e una carezza, è dolce e spietata. Ci inchioda senza pietà al nostro presente, ma ci fa anche immaginare un futuro in cui no, non è andato tutto bene. Ci mette davanti a una delle nostre paure, quella di dover lasciare i nostri figli da soli, ma lo fa in un modo che diventi una catarsi, dando vita a un mondo immaginifico, mai visto, devastato ma vitale. E lasciando aperta la speranza.

Questi bambini che vivono a uno stato primitivo, o in un Medioevo prossimo venturo, a contatto con la natura e allo stesso tempo con quel che resta della civiltà, del mondo come lo conosciamo fino ad oggi, ci fanno venire in mente Il Signore delle mosche che incontra Lost, o Pinocchio che incontra The Road e City Of God. In un continuo equilibrio tra passato e presente, con dei flashback che, come in Lost, rivelano in modo splendido le vite e le anime dei personaggi che, man mano, entrano in scena, Anna è davvero come il Pinocchio di Collodi, una creatura in cerca della verità, capace anche di “rompersi” ma di sopravvivere, di fare un viaggio dove i Lucignolo, i Mangiafuoco, i Mastro Ciliegia hanno altri nomi e altre forme, ma sono a volte amici, a volte nemici. E che cosa sono non lo sai mai fino a che la loro natura non si manifesta.

Fa impressione vedere un mondo fatto solo di bambini, guidati da istinti primordiali, in una situazione di homo homini lupus, dove devono trasformarsi spesso in belve, anche se non sono pronti per esserlo. Nel racconto di Ammaniti emerge una certa brutalità, una cattiveria istintiva che fa parte dei bambini quando si trovano al confine con l’età adulta. Questi piccoli rimasti senza i grandi, senza una guida, si inventano un loro mondo, come se fosse un gioco. Si inventano le loro regole, i propri nomi, le cariche di potere, le relazioni. Ma questo mondo, senza gli adulti a delimitarlo, a regolarlo, a lasciarlo nella sfera del gioco, diventa la realtà, il mondo vero. E le conseguenze sono spesso violente e dolorose. “Lo sai a cosa servono le mamme? A ricordare le cose importanti, quelle che abbiamo nel cuore”, sentiamo dire a un certo punto della storia.

Niccolò Ammaniti è sempre stato un autore immaginifico, visionario, sfrenato ed eccessivo. Le sue storie, i suoi personaggi, sono sempre stati “larger than life”, più grandi della vita, oltre la realtà. Spesso le sue storie sono state terreno fertile per il cinema e la televisione, trasformate in immagini da grandi registi come Bertolucci e Salvatores. E con Anna Niccolò Ammaniti si è messo in proprio, ha scritto (insieme a Francesca Manieri) la sceneggiatura e ha diretto le sei puntate della serie. È una sorta di assicurazione sulla riuscita dell’operazione: la fantasia sfrenata, la fervida immaginazione del regista vengono tradotte al meglio in immagini davvero indelebili. Dal nostro mondo di oggi, che, man mano che la storia del passato procede attraverso i flashback, vediamo sfaldarsi sotto i nostri occhi, a quel futuro davvero unico, mai visto. Un mondo di rovine, fisiche e morali, una natura selvaggia che prende il sopravvento, un viaggio ai confini della speranza da togliere il fiato. Bambini dipinti di calce e vernice come fantasmi, regine decadenti e spietate, bambini guerrieri a cavallo, elefanti e capre che vagano da soli.

Ma Niccolò Ammaniti ha anche trovato i volti e i corpi perfetti per mettere in scena il suo mondo. Anna, uno dei personaggi più belli mai scritti, prende vita grazie a Giulia Dragotto, 14 anni, di Palermo, scelta fra oltre duemila candidate, un volto semplice e bellissimo, come la sua voce. La sua Anna è emozionante, per come è e per come riesce a crescere, cambiare immagine e cambiare strada più volte. È coraggiosa, determinata e attaccata alla vita. Ma è anche dolce, ancora bambina, ancora stupita di fronte al mondo. Ha una forza d’animo e una speranza che non muoiono mai. Accanto a lei c’è Alessandro Pecorella, 9 anni, anche lui alla sua prima apparizione in tv, nel ruolo del fratellino Astor.  Ma ci hanno lasciato davvero a bocca aperta anche gli esordienti Clara Tramontano, magnetica nei panni della perfida Angelica, la regina dei Blu, e Giovanni Mavilla, nel ruolo di Pietro, ragazzino di cui Anna si innamorerà. Roberta Mattei (vista in Veloce come il vento) è indimenticabile nel ruolo de “La Picciridduna”, un personaggio chiave dalla storia tormentata, che porta altro mistero e magia alla serie. In un cast dove ogni bambino dà vita a un personaggio unico, e mai visto al cinema o in tv, va lodata Lorenza Indovina, attrice che si è occupata della direzione dei giovani attori. Con un risultato sinceramente strepitoso. Avrete capito che Anna è una serie da non perdere, una delle cose migliori viste al cinema e in tv in questi anni. Un viaggio doloroso ed emozionante, dopo il quale niente sarà più come prima. È, per tutti i motivi che sapete, la serie che più di ogni altra ci legherà a questi anni che stiamo vivendo.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Click to comment

Trending