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El Internado: Las Cumbres: Il terrore corre nelle stanze del collegio. Dalla Spagna, su Prime Video

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La prima immagine è di quelle inquietanti. Alcuni corvi neri che smembrano una carcassa in un paesaggio freddo e innevato. Poi prendono il volo e si vanno a posare sulle finestre di quello che sembra un convento. È così che inizia El Internado: Las Cumbres (The Boarding School), la serie Amazon Exclusive spagnola, disponibile in streaming su Prime Video dal 19 febbraio. Ci troviamo in un collegio, che si trova proprio vicino a un antico monastero in un luogo inaccessibile tra le montagne, completamente isolato dal mondo esterno. Al suonare della campanella, due ragazzi, nella loro uniforme di ordinanza, si azzuffano. Nel frattempo una ragazza si infila nella direzione e fruga nella cassaforte. Lo capiremo subito: lei, e altri tre ragazzi stanno organizzando una fuga. Ma là fuori, nel bosco, non è affatto più sicuro che dentro il collegio. Gli studenti del collegio sono ragazzi ribelli e problematici che vivono sotto la rigorosa e severa disciplina che li prepara al reinserimento nella società. “Se non fossero qui, sarebbero in galera. O morti” ricorda la direttrice. E la foresta intorno nasconde antiche leggende. Saranno solo leggende o ci sarà qualcosa di vero?

Siamo ormai abituati ai collegi, ai licei con i ragazzi in uniforme. Quasi in contemporanea, tre anni fa, sono arrivati sui nostri schermi dello streaming Elite, in arrivo proprio dalla Spagna, con il liceo d’alta società Las Encinas, e il nostro Baby, e il suo immaginario liceo Collodi. Ragazzi e ragazze in uniforme, giacca, camicia e cravatta con i colori della scuola, che davano a storie europee uno stile molto americano. Anche qui le uniformi ci sono e ci raccontano subito che siamo in un certo mondo, chiuso, serio, con regole codificate. Quella dell’uniforme è una sorta di metafora: divise tutte uguali che omologano, che mortificano le personalità, abiti che stanno stretti alle persone, come le regole di certi luoghi. Qui in più ci sono dei luoghi a creare un’ulteriore cornice: mentre i licei Las Encinas e Collodi puntavano sul loro essere moderni, tecnologici, freddi, qui siamo in una cornice che già di per sé suscita inquietudine. Il liceo è un antico convento, una costruzione che è imponente, cupa. I corridoi e le stanze non sono luminosi come quelli di cui sopra, ma oscuri. Così come quello che accade all’interno. Ogni sgarro alle regole si paga carissimo, con pene davvero severe.

Siamo in Spagna, non dimentichiamolo. E in quella che è una storia horror, si sentono tante influenze e suggestioni che, al di là dei fatti del racconto, ci fanno riflettere. Siamo in una terra in cui c’è stata l’Inquisizione, in cui il Cattolicesimo ha avuto e ha un ruolo molto importante, e tra le stanze del collegio de El Internado si respira costantemente una certa idea punitiva e opprimente della religione. E la Spagna è stata anche una terra che ha vissuto una dittatura, lunga, lunghissima, il Franchismo, che ha portato con sé decine di anni bui. E nel racconto si sente ancora quella paura del controllo, quella presenza delle istituzioni repressive.

Le storie degli studenti – tutti giovanissimi, più ancora che in altre serie di questo tipo – si incrociano con quelle dei professori. Molti sono giovani, e sembrano essere più vicini ai ragazzi di quello che è invece l’istituzione repressiva. Come il giovane insegnante di musica appena arrivato, come il monaco, e un’altra giovane professoressa. Fa davvero colpo il fatto che sia interpretata da Mina El Hammani, la bellissima attrice spagnola di origine marocchina che fino a ieri era nel cast di Elite, ma nei panni di una studentessa… Nel cast, insieme a tanti giovani attori, tra gli adulti ci sono anche Ramiro Blas (visto in Vis a vis) e Alberto Amarilla (nel cast di Mare dentro).

El Internado: Las Cumbres mescola coming of age, horror e thriller, e ha un incedere lento e minaccioso, una tensione costante, un senso dolente nei personaggi principali, un’anima gotica, classica, ancestrale. La vicenda non ha fretta di dipanarsi, cresce con le puntate, e a ogni capitolo si aggiungono tasselli, elementi più inquietanti. Ha una sua sobrietà, un’asciuttezza che non siamo abituati a vedere nei recenti prodotti spagnoli, più spostati verso l’eccesso, la soap opera, il melodramma. Certo, i colpi di scena da soap sono sempre a rischio, ma, almeno nei quattro episodi che abbiamo visto in anteprima, non si eccede in questo senso. Qui piuttosto si sente un’altra atmosfera, quella della scuola horror spagnola esplosa una ventina d’anni fa. Quella di Jaume Balagueró e dei suoi Darkness e Fragile, quella del primo Alejandro Amenábar di Tesis e The Others, e di Juan Antonio Bayona, rivelatosi con The Orfanage (e arrivato a dirigere Jurassic World – Il regno distrutto).

Se la serie ha un difetto, invece, rispetto ad altre serie spagnole, è approfondire meno di quello che potrebbe le personalità dei personaggi, di non definire appieno i caratteri, sacrificandoli in nome dell’intreccio, dell’atmosfera, del disegno generale (almeno nelle puntate che abbiamo visto finora). La confezione però è di quelle pregiate, al livello delle migliori serie tv. E anche dei migliori film horror. Come vi dicevamo, ci porta in quel mondo orrorifico che ci arrivava dalla Spagna fino a qualche anno fa, e che da qualche anno non vediamo più. Ma anche il cinema di supereroi, come abbiamo visto altrove, si è spostato verso il mondo delle serie. Ed è probabilmente qui che potremo continuare a vedere, oggi e anche domani, quella via così particolare e suggestiva all’orrore che gli spagnoli hanno saputo trovare.
di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

 

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