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Tenet. Christopher Nolan, salvare il mondo e salvare il cinema

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Viviamo in un mondo crepuscolare”. Sono tra le prime parole che sentiamo pronunciare in Tenet, il nuovo film di Christopher Nolan in uscita il 26 agosto, il primo grande film ad arrivare nelle sale dopo che la pandemia ha bloccato il mondo del cinema dallo scorso marzo. Sono parole in codice, la classica parola d’ordine dei film di spionaggio. Ma sembra che si parli del nostro mondo di oggi, chiuso su se stesso, impaurito da eventi inaspettati e forse più grandi di noi. Tenet è stato ovviamente girato e scritto ben prima della pandemia, ma l’atmosfera di pericolo imminente, di crisi da sventare è molto attuale. Il Protagonista (è indicato proprio così) di Tenet ha una missione misteriosa e non da poco: salvare il mondo. E il film di Christopher Nolan è la pellicola evento che si spera salvi il cinema, che faccia ripartire il sistema e l’indotto. Se aspettavate un film per tornare in sala è sicuramente questo. Non appena le immagini di Nolan vi avvolgeranno e vi troverete immersi nel suo labirinto, non appena sarete storditi dalla colonna sonora cupa, ossessiva martellante capirete perché vale la pena di vedere questo film. Al cinema.

Iniziamo al Teatro dell’Opera di Kiev (ricreato in Estonia, a Tallinn). Un’orchestra sinfonica è pronta a suonare, come ne L’uomo che sapeva troppo di Hitchcock. Ma un commando irrompe in azione. Poco dopo troviamo il Protagonista (John David Washington, il figlio di Denzel Washington), che si risveglia su una nave cargo. Un uomo gli illustra la sua nuova missione. “Quello che posso dirti è un gesto combinato con una parola: Tenet. Usala con cautela: può aprire le porte giuste. Ma anche quelle sbagliate”. La missione del Protagonista non è da poco. Dovrà salvare il mondo, evitare la Terza Guerra Mondiale. Ma non parliamo di evitare l’olocausto nucleare. È qualcosa di ancora peggiore. Il nostro eroe scoprirà che dal futuro, è arrivata una tecnologia in grado di “invertire” il tempo, di far muovere le cose all’indietro, di far arrivare cose dal futuro verso il nostro presente. Perché tutto quello che viene registrato (e-mail, carte di credito) comunica con il futuro. Ma il futuro può rispondere?

Con Tenet Christopher Nolan gira finalmente il suo Bond Movie definitivo, ovviamente spogliato dagli orpelli cool legati a un personaggio iconico e ingombrante come James Bond, e alzando il livello dell’adrenalina e del mistero. Tenet sta al film di spionaggio come Inception, nell’universo di Nolan, stava all’heist movie. È ovviamente un film alla sua maniera, un labirinto, un rompicapo, un film scomposto e ricomposto, un film che si riavvolge e ritorna su se stesso. Tenet è una parola palindroma, che può essere letta in entrambe le direzioni. E anche il film di Nolan vive di questo movimento, opposto, che va in due direzioni diverse. E come tale potrebbe essere visto anche al contrario. È probabile, anzi, che una volta finito avrete voglia di rivederlo alla luce di quello che avrete capito.

Una volta che avrete colto la chiave per capire la storia, non vi ci arrovellate troppo, però. Se è impossibile capire ogni dettaglio alla prima visione, è però il caso di abbandonarsi alla visione del film, a quel flusso di immagini che arriva da due sensi di marcia diversi e che vi circonderà con una “manovra a tenaglia” non lasciandovi scampo. Guardate i combattimenti corpo a corpo, gli inseguimenti in auto, le scene di guerra. C’è dentro qualcosa di straniante. Perché dentro ci sono personaggi e mezzi che hanno invertito il tempo, che si muovono in senso contrario. A livello visivo, il gioco è complicatissimo: non si tratta solo di riavvolgere l’immagine, ma di combinarla con altre che stanno andando in un’altra direzione. Un sistema che è fatto di computer, ma anche di coreografie e movimenti studiati ad arte. Tutti gli attori (Robert Pattinson nei panni di Neil, alleato del Protagonista, Kenneth Branagh in quelli di Satur, il villain della storia, Elizabeth Debicki in quelli di Kat, moglie di Satur) in questo senso sono bravissimi a muoversi nello spazio, a recitare non solo con il volto ma con tutto il corpo.

Tenet è a suo modo un film rivoluzionario, che cambia il nostro modo di vedere il cinema. Siamo da sempre abituati a osservare personaggi ed eventi muoversi in avanti. Anche quando la storia andava all’indietro, grazie al montaggio (vedi proprio Memento di Nolan), una volta partita l’azione il movimento fisico dei personaggi era lineare e in avanti. In Tenet per la prima volta questa legge, che è quella che governa il nostro mondo, è violata, e accettiamo che il tempo, e quindi i movimenti possano scorrere all’indietro.

Tenet è il film più “nolaniano” della filmografia di Christopher Nolan, è la poetica dell’autore spinta all’eccesso. È forse il suo film più vicino a Inception, pur essendo un film completamente diverso. È un grande film d’azione, eppure, come in ogni film di Nolan, c’è dentro molto altro: filosofia, fisica, scienza. Mentre l’adrenalina scorre a mille, tra le righe riflettiamo di destino e di scelte, di fede e di libero arbitrio, del futuro del nostro pianeta e del nostro ruolo nel mondo. Possiamo definire Tenet un rompicapo o un gioco ad incastro. Pensandoci, ci è venuto in mente lo Jenga, quel gioco dove si impilano dei blocchetti di legno per poi estrarli uno alla volta e costruire una torre verso l’alto, senza farla crollare. L’abilità di Nolan è tutta qui: costruire puntando sempre più in alto, smontare e rimontare le sue storie lasciandole in un equilibrio precario. Un equilibrio che però non si perde mai.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

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