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Nomination Oscar 2020: comanda Joker, Tarantino e Scorsese lo tallonano

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Comanda Joker con 11 nomination, e a tallonarlo un terzetto niente male con 10 candidature: C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino, The Irishman di Martin Scorsese e il bellico (già vincitore ai Golden Globes) 1917 di Sam Mendes. Sarà una sfida entusiasmante, quindi, quella che si concluderà il prossimo 9 febbraio al Kodak Theatre di Los Angeles, dove come ogni anno si terrà la cerimonia degli Academy Awards. Una sfida ancora più avvincente se consideriamo gli altri protagonisti di queste candidature e cioè Storia di un matrimonio di Noah Baumbach, Piccole donne di Greta Gerwig, Jojo Rabbit, satira sulla ferocia nazista firmato da Taika Waititi, il biopic sportivo Le Mans 66 – La Grande sfida di James Mangold e il coreano Parasite di Bong Joon Ho, tutti candidati come miglior film e pronti a darsi battaglia. D’altronde, come dimostrato nelle ultime edizioni, ogni pronostico lascia ormai il tempo che trova con gli Oscar e a volte a trionfare sono proprio gli outsider.

Una cosa però è certa: dalle nomination, annunciate ieri dagli attori Issa Rae e John Cho, ad uscirne vincitore prima ancora delle assegnazioni dei premi è senza alcun dubbio Netflix, che piazza ben due titoli tra i candidati come miglior film (The Irishman e Storia di un matrimonio) e in totale si porta a casa ben 24 nomination, più di qualunque altro studio hollywoodiano. Un risultato impressionante che premia le scelte produttive del colosso dello streaming e che, a dispetto degli oppositori Steven Spielberg & co, segna una nuova tappa nell’evoluzione della distribuzione cinematografica. Netflix domina anche nella categoria del Miglior documentario, con due titoli (American Factory e The Edge of Democracy), e anche in quella per il miglior film di animazione, dove è protagonista con il film natalizio Klaus e con I Lost My Body.

Dietro a Netflix, troviamo la Disney, che però, nonostante le 23 nomination tra cui quella come miglior film per Le Mans ’66 e Jojo Rabbit (grazie all’acquisizione di Fox), e la presenza nella categoria dei film animati con il prodotto Pixar Toy Story 4, non riesce a fare entrare in quest’ultima i fortissimi Frozen 2 e Il re leone, e soprattutto fallisce la “missione” The Avengers. Solo una candidatura, infatti, per il kolossal del Marvel Cinematic Universe, tanto caldeggiato in questa campagna promozionale per gli Oscar. Sembra aver vinto, dunque, la “linea Scorsese”, che negli scorsi mesi ha lanciato animatamente la discussione sui Cinecomics.  Ottimo il risultato anche per Sony (20 nomination) e per Warner Bros, che con il suo Joker guida la battaglia alle statuette.

Vicino alle statistiche, bisogna lasciare il giusto spazio alle polemiche – senza, che Oscar sarebbero? Infatti, c’è già chi critica aspramente l’assenza di donne registe candidate (la più papabile era Greta Gerwig per Piccole donne, ma non ce l’ha fatta) e per una sola presenza di attori di colore tra i venti in nomination (Cynthia Erivo per Harriet). Ma gli Oscar fanno sempre discutere e dal punto di vista della “diversità” e dell’inclusione ci sarà sempre chi farà sentire la sua voce. E sui social già è tornato l’hashtag #oscarsowhite…

Andando ora ad osservare nel dettaglio le nomination delle categorie più importanti, sembra vicinissimo a portarsi a casa (finalmente) la statuetta Joaquin Phoenix, alla sua quarta nomination. La sua interpretazione di Joker, acclamata alla Mostra di Venezia e per la quale ha già vinto il Golden Globe, sembra destinata a trionfare nella categoria Lead Actor, ma la battaglia non sarà comunque facile. A contendergli l’Oscar sono infatti Antonio Banderas (Dolor y gloria), Leonardo Di Caprio (C’era una volta… a Hollywood), Adam Driver (Storia di un matrimonio) e Jonathan Pryce (splendido Papa Francesco nell’altro film Netflix I Due Papi): una lotta tra titani insomma, che tra l’altro ha visto delle esclusioni eccellenti: quelle del mostro sacro Robert De Niro e degli altri accaniti contender Christian Bale (Le Mans ‘66), Taron Egerton (Rocketman), Eddie Murphy (Dolemite Is My Name).

Anche tra le attrici protagoniste la sfida sarà agguerrita tra Saoirse Ronan (Piccole Donne), Charlize Theron (Bombshell), Cynthia Erivo, Scarlett Johansson (Storia di un matrimonio) e Renèe Zellweger (magnifica Judy Garland in Judy), con le ultime due destinate ad un agguerrito testa a testa finale.

A fare notizia è la doppia nomination della Johansson, che entra nella ristretta cerchia di interpreti che sono riusciti in questa impresa (tra i quali Julianne Moore, Jessica Lange, Emma Thompson, Holly Hunter, Al Pacino e Jamie Foxx). Tra le candidate come miglior attrice non protagonista, oltre a lei, troviamo il già premio Oscar Kathy Bates (Richard Jewell), Florence Pugh (Piccole Donne), Margot Robbie (Bombshell) e la superfavorita Laura Dern, sua partner in Storia di un matrimonio.

Impressionante, invece, la cinquina degli attori non protagonisti – raramente in questa categoria si è assistito ad una gara tra tutti questi grandi nomi: Tom Hanks (Un amico straordinario), Al Pacino, Joe Pesci (entrambi per il film di Scorsese), Anthony Hopkins (Papa Benedetto ne I due papi) e Brad Pitt, tutti con già (almeno) un Oscar in salone. Pitt però l’ha ricevuto “solo” come produttore e mai come attore. Sarà questa la volta buona? Speriamo di sì, ma, comunque vada il suo Cliff Booth del film di Tarantino rimarrà un personaggio epocale.

A proposito di Tarantino, l’autore italoamericano sembra sulla strada giusta per aggiudicarsi il suo terzo Oscar per la sceneggiatura originale di C’era una volta a… Hollywood, mentre per quanto riguarda la statuetta per la miglior regia il percorso appare più in salita. Se Noah Baumbach e Greta Gerwig sono stati esclusi dai “giochi”, con lui in cinquina ci sono comunque dei pezzi da 90: Martin Scorsese, Todd Phillips (già Leone d’Oro per Joker), Sam Mendes (che arriva da favorito dopo la vittoria del Golden Globe) e l’outsider Bong Joo-ho, che con Parasite potrebbe sparigliare tutte le carte in tavola.

Seguendo la scia di film come La vita è bella, La tigre e il dragone, Amour, Roma, il film coreano ottiene sia la candidatura come miglior film in lingua straniera (da quest’anno denominato miglior film internazionale) che come miglior film in assoluto. Un evento unico per la Corea del Sud, che mai era sbarcata agli Oscar prima e che ora ci entra da grande protagonista. Ben 6 infatti le candidature totali per il film di Bong Joon Ho già Palma d’Oro all’ultimo festival di Cannes: un bottino notevole ma per niente sorprendente considerando l’accoglienza trionfale in America, i 131 milioni di dollari nel box office mondiale e tutti i premi già ottenuti in questa stagione. Qualche bookmakers lo dà addirittura favorito nelle categorie maggiori. Nel caso, sarebbe la prima volta che la statuetta per miglior film vada ad un film straniero. Ma si diceva anche l’anno scorso con Roma di Alfonso Cuaròn, e sappiamo com’è andata a finire. Ma d’altronde niente è scontato, quando si ha a che fare con l’Academy. Staremo a vedere quali sorprese ci riserverà il prossimo 9 febbraio.

di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

 

 

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