Cine Mood

Che fine ha fatto Bernadette? Cate Blanchett è in fuga. Ma non lo siamo tutti?

Published

on

Siete abituati a vederla negli abiti rosso fuoco di Giorgio Armani, nella pubblicità di Armani Sì, il profumo di cui Cate Blanchett è testimonial. Nel film Che fine ha fatto Bernadette?, di Richard Linklater, tratto dal romanzo di Maria Sample Dove vai Bernadette?, in uscita il 12 dicembre, la vedrete in abiti molto più sobri, minimali, ma di gran classe. Cate Blanchett è la protagonista, Bernadette Fox, che vive a Seattle con il marito Elgie (Billy Crudup), sviluppatore per la Microsoft e con la figlia Bee (Emma Nelson). Scopriremo che è stata una leggenda nel campo dell’architettura e che, d’improvviso, ha lasciato il suo lavoro e la sua vita a Los Angeles. Forse per occuparsi della famiglia, così potrebbe pensare chiunque. Ma forse è successo qualcos’altro. La figlia Bee chiede, come premio per l’ottimo rendimento scolastico, un viaggio di famiglia in Antartide. Bernadette accetta, pare darsi molto da fare per organizzare il tutto, ma capiamo che c’è qualcosa che non va. Fino a che, a un certo punto, scompare nel nulla.

La Bernadette Fox di Cate Blanchett è sociopatica e misantropa quanto basta, e anche giustamente a quanto pare, vista la banalità al limite del molesto della piccola borghesia di Seattle che la circonda. Il suo look è quello di Anna Wintour: capelli a caschetto, enormi occhiali neri quasi costantemente sugli occhi. C’è però in lei una scintilla, in quel ghigno beffardo, in quello sguardo tagliente, e nella sua ironia spietata. Vedere per credere il dialogo in farmacia. Il look di Cate Blanchett è fintamente trasandato: pantaloni stretti e un po’ corti, maglie a righe o qualche camicetta scura stampata e accollata, un trench beige o nero sopra. A volte un foulard sul capo. Insomma, understatement, ma di gran classe. Così come è di gran classe il contegno che Cate Blanchett tiene in scena, quello di una donna costantemente in bilico, sempre sul punto di cadere, alla ricerca di un equilibrio con tanta fatica. Se vi è piaciuta la Blanchett di Blue Jasmine, questo è il film che fa per voi.

Richard Linklater, e i suoi sceneggiatori Holly Gent e Vince Palmo, sono riusciti ad adattare un romanzo epistolare, composto da un fitto scambio di comunicazioni, e trarne un film che scorre piacevole, sorprende, commuove, nonostante qualche semplificazione e qualche ingenuità. Che fine ha fatto Bernadette? è lontano dai film più personali e rohmeriani di Linklater, come i cult Prima dell’alba, Prima del tramonto, Before Midnight e Boyhood. È una commedia (di parole e di situazioni) raffinata, amara, a tratti anche drammatica. È il ritratto di una donna di mezza età alle prese con i suoi rimpianti, così dolorosi che non osa ammetterli. Insieme a lei capiremo cosa le è successo e perché si comporti così. Che fine ha fatto Bernadette? è anche il racconto di una relazione a lungo termine, dell’essere genitori oggi, degli alti e bassi di una vita insieme e di uomini che non capiscono le donne. Elgie e Bernadette potrebbero essere Jessie e Celine – i protagonisti della trilogia Before – in un quarto episodio della loro storia, quello in cui il loro matrimonio arriva a uno stallo. Per come racconta l’amore dopo il matrimonio e la maternità, Che fine ha fatto Bernadette? ci ha ricordato Tully, altra storia raccontata da un regista che ha una sensibilità femminile (Jason Reitman) e mette in scena storie scritte da donne (Diablo Cody). E anche Juliet, Naked – Tutta un’altra musica dove, coincidenza, recita Ethan Hawke, proprio l’attore feticcio di Linklater.

Tutto questo nel film funziona a meraviglia, anche se stona un po’ la “conversione” improvvisa di Elgie, che capisce tutto a un tratto perché la moglie non sia felice. È poco credibile, troppo semplice, troppo sbrigativo. Come il passaggio da commedia a dramma, oltre la metà del film, che ci sembra un po’ brusco. Linklater dirige un bel cast che annovera Kristen Wiig, Judy Greer e Laurence Fishburne e che rende ulteriormente piacevole la visione di un film che scorre come la vita, con i sorrisi, le lacrime, le nevrosi. E la voglia di scappare che ogni tanto ci prende. Ma, niente paura, è solo voglia di ritrovare noi stessi.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Click to comment

Trending