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Joaquin Phoenix: il mio Joker in lotta per la felicità

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Il film più atteso della Mostra, forse dell’intera stagione, Joker di Todd Phillips è stato accolto al Lido da calorosi applausi e boati di approvazione. L’originale rivisitazione del villain della DC Comics vede protagonista uno straordinario Joaquin Phoenix, che dà una nuova anima al personaggio già portato sullo schermo da Jack Nicholson, Heath Ledger e Jared Leto.

Nella costruzione della figura del Joker siete stati influenzati dagli altri esempi del passato?
Joaquin Phoenix: No, assolutamente no. Volevamo un approccio totalmente nuovo, completamente nostro. Non mi sono riferito a nessuna interpretazione del passato. Per me questa era la chiave per interpretare Joker ed era anche l’aspetto che più mi attraeva del progetto.

Todd Phillips: Quella del film è una storia originale, non dovevamo seguire delle regole e non avevamo dei limiti. Abbiamo avuto tantissima libertà nella scrittura. La nostra volontà era creare qualcosa di completamente pazzo.

E’ un film molto distante dai soliti prodotti della DC, dai soliti cinecomics… Pensa che influenzerà i prossimi film di questo genere?
Todd Phillips: Secondo noi era un film speciale ed era difficile convincere la DC, volevo un approccio differente al genere. Alla fine siamo grati che abbiano accettato ma non so se avrò influenze sulle prossime pellicole.

Joker nel film alla fine infiamma le masse e le spinge alla rivolta. Volevate fare un film politico?
Todd Phillips: Arthur (il vero nome di Joker ndr) è in cerca della sua identità e diventa involontariamente un simbolo politico, non ha intenzione di infiammare la società. Lui in realtà vuole fare il comico, il suo desiderio è far ridere la gente, poi assume un ruolo sbagliato perché prende delle scelte sbagliate. Joker non è un film politico, ma ovviamente dipende dal punto di vista, ognuno può interpretarlo come vuole.

Come avete lavorato alla costruzione del personaggio? Come avete lavorato sulla sua risata?
Joaquin Phoenix: Ancora prima di darmi la sceneggiatura, Todd mi ha detto cosa voleva dal personaggio. Mi ha fatto vedere dei video e voleva una risata dolorosa. La risata è cruciale nel personaggio, è la parte del Joker che prova ad emergere. Tutti abbiamo un’idea della risata del Joker e noi volevamo crearne una nuova versione. All’inizio credevo di non essere in grado, mi ci è voluto molto tempo, non volevo fosse ridicola.

Todd Phillips: Io e Joaquin abbiamo lavorato molto insieme, ancora prima dell’inizio delle riprese. Abbiamo discusso della voce, della risata, della capigliatura, ed andavamo in profondità nei dettagli. Abbiamo continuato queste discussioni anche durante le riprese, fino all’ultimo giorno.

Il film sembra ispirarsi molto a Scorsese, soprattutto a Taxi driver…
Todd Phillips: Abbiamo avuto diverse ispirazioni, ma Taxi Driver, nonostante sia uno dei miei film preferiti, non è stato un riferimento preciso. Diciamo che sono stato influenzato soprattutto dai grandi personaggi del cinema degli anni Settanta e anche dal film del 1928 The Man Who Laughs, che abbiamo tenuto molto in considerazione.

Joaquin, qual è stato il tuo approccio al personaggio? Sembra che ami i personaggi tormentati…
Joaquin Phoenix: Arthur/Joker è un personaggio difficile da definire e noi non volevamo definirlo. Ho cercato di costruire alcuni lati della sua personalità, ma volevo anche che rimanessero dei misteriosi. Non penso che Arthur sia tormentato, o almeno io non l’ho visto così. A me piaceva la sua luce, la sua gioia, la sua lotta interiore per cercare la felicità. E’ un personaggio in evoluzione costante, non ne ho mai interpretato uno così.

 

di Antonio Valerio Spera

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