Cine Mood

Oscar 2019, a sorpresa vince Green Book

Published

on

A sorpresa vince Green Book, il film sulla vera storia dell’amicizia tra un pianista afroamericano e il suo rozzo autista italoamericano. Un inno all’integrazione, all’accoglienza e alla diversità, un viaggio nel profondo degli Stati Uniti degli anni Sessanta che si fa importante monito sociale per il presente. L’Academy ha deciso così, rendendo l’edizione degli Oscar della scorsa notte, con questo premio e con tutti gli altri, una delle più politiche degli ultimi anni.

Le nomination avevano dato già un importante indicazione in questa direzione, e quindi c’era da aspettarselo. Difficile però prevedere che alla fine, a spuntarla su tutti, sarebbe stata la pellicola di Peter Farrelly, che al suo primo film senza il fratello Bobby (insieme autori di commedie come Tutti pazzi per Mary e Scemo e più scemo), ha colto nel segno. L’opera si è portata a casa anche altre due statuette, quella per la miglior sceneggiatura originale e quella per miglior attore non protagonista, andata a Mahersala Ali, al suo secondo Oscar dopo quello vinto due anni fa nella stessa categoria per Moonlight.

Cast and crew of ‘Green Book’

La serata è iniziata alla grande, con l’esibizione dei Queen accompagnati dal cantante Adam Lambert, che hanno reso omaggio a Freddy Mercury e che hanno così celebrato anche l’anno cinematografico, che ha visto protagonista assoluto proprio il campione d’incassi Bohemian Rapsody, biopic sul gruppo e il suo mitico cantante. Il film aveva trionfato ai Golden Globe (aggiudicandosi il premio come miglior film drammatico) e agli Oscar si è difeso bene, vincendo ben quattro statuette, tre tecniche (sonoro, montaggio sonoro, montaggio) più quella (ormai scontata) al protagonista Rami Malek. L’attore di origini egiziane sul palco ha dichiarato: “sono il primo figlio nato in America della mia famiglia di immigrati, e questo film è dedicato alla vita di un omosessuale, immigrato anche lui“.

I riferimenti politici (espliciti) non sono dunque mancati durante la premiazione. La cerimonia, quest’anno senza un conduttore vero e proprio, e forse per questo più snella e sobria rispetto ai soliti standard, ha visto infatti diversi ospiti e premiati esprimersi su questa linea: da Javier Bardem, che in spagnolo ha detto “non ci sono muri che possano contenere il talento”, al grande Spike Lee che, al suo primo Academy Award competitivo (ne aveva già uno onorario) della sua lunga carriera, vinto per la sceneggiatura non originale di BlacKkKlansman, ha concluso il suo euforico discorso invocando “una scelta di amore e non di odio” alle prossime elezioni presidenziali del 2020.

Tra i film che avevano ottenuto più nomination, Roma di Alfonso Cuaròn e La favorita di Yorgos Lanthimos (dieci candidature per entrambi), il miglior risultato l’ha ottenuto il primo. La pellicola targata Netflix e già vincitrice del Leone d’Oro della Mostra di Venezia si è aggiudicata tre Oscar, tutti andati allo stesso Cuaròn. Miglior film straniero, miglior fotografia e miglior regia sono un bottino importante per il capolavoro messicano, dato per mattatore della serata alla vigilia. Il regista, già vincitore nel 2014 per Gravity, ha voluto ringraziare il suo paese, la sua famiglia e l’ Academy “per aver riconosciuto un film che racconta la storia di una donna che, come milioni di lavoratrici nel mondo, lavora senza diritti”.

Per La favorita, da cui ci si aspettava la vittoria anche in qualche categoria tecnica, è arrivato un solo Oscar, quello alla sua attrice protagonista Olivia Colman. L’interprete britannica ha battuto la prescelta dei bookmakers Glenn Close la quale, con questa ennesima nomination “a vuoto”, raggiunge uno sfortunato e spiacevole record (ben sette candidature e nessun Oscar in carriera). Niente da fare, quindi, anche per Emma Stone e Rachel Weisz, anche loro fantastiche nel film di Lanthimos, alle quali è stata soffiata la vittoria come miglior non protagonista da Regina King, interprete di Se la strada potesse parlare.

Venendo agli altri riconoscimenti della serata, come miglior film di animazione è stato premiato Spider-Man: un nuovo universo; Black Panther (il primo cinecomic della storia ad entrare tra i nominati come miglior film) ha ottenuto tre Oscar (scenografia, costumi, colonna sonora); ed infine A Star Is Born si è aggiudicato solo il premio per la canzone originale. Un magro bottino per il film di Bradley Cooper con una straordinaria Lady Gaga, ma la loro esibizione di Shallow rimane uno dei momenti più emozionanti della cerimonia.

di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

Credits: Getty Images

 

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Click to comment

Trending