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Ryan Gosling: “Il mio Neil Armostrong, umile e speciale”

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Apertura stellare per Venezia 75. Anzi, l’aggettivo giusto dovrebbe essere lunare, per giocare con la tematica del film che ha dato il via alla manifestazione. First Man, biopic su Neil Armstrong, il primo uomo a mettere piede sulla Luna, è infatti il titolo che ha aperto il sipario su questa edizione della Mostra. Una pellicola attesissima, diretta dal premio Oscar Damien Chazelle (La La Land), che per il ruolo del mitico astronauta ha voluto lo stesso protagonista del suo fortunatissimo musical, Ryan Gosling. Accolti con entusiasmo qui al Lido, il regista e il divo canadese hanno incontrato la stampa in un’affollatissima conferenza.

Come vi siete approcciati a questa storia e a questo personaggio?
Ryan Gosling:
Per i riferimenti su Neil ho avuto tantissimo aiuto dai suoi figli ed è stato fondamentale conoscere la sua ex moglie, nel film interpretata da Olivia Hamilton. Ho parlato con chi lo conosceva, la NASA ci ha aperto le porte. Quando mi stavo preparando al ruolo, mi sono reso conto che era molto importante imparare a volare per rendere al meglio il personaggio, quindi ho studiato l’abc del volo. Mentre studiavo, ho capito perché Neil è diventato un grande astronauta ed io no. L’astronauta è una persona che consapevolmente entra in un aereo su cui non ha mai volato prima e lo porta fino ad un punto di rottura. E tutto questo solo per fare un passo in avanti. Gli astronauti rappresentano una razza diversa di persone, persone molto speciali.

Damien Chazelle: Noi siamo cresciuti in un mondo in cui la conquista dello spazio era già avvenuta, e ovviamente davamo tutto per scontato. Così ho deciso di addentrarmi gradualmente nella storia, ho dovuto capire come è iniziato il processo e come poi si è evoluto.

Ryan, sei stato diretto un’altra volta da Damien, com’è il vostro rapporto e che tipo di regista è?
Ryan Gosling:
Damien è canadese come me e questo aiuta molto. La La Land e First Man li aveva in mente insieme, ma ha sentito il bisogno di realizzare prima il musical. Con questi due film, Damien ha dimostrato che ha una grande capacità nell’unire le persone grazie al cinema, ha trasferito il suo amore per il cinema al pubblico, e questa è una qualità speciale che mette in ogni suo lavoro.

Come è entrato nella produzione Steven Spielberg?
Damien Chazelle:
È entrato nel progetto grazie a Josh Singer, che aveva scritto per lui The Post. Ha inizialmente finanziato il film con la sua società, poi è entrata anche la Universal. Con lui abbiamo parlato molto di cinema e avere la possibilità di farlo è stato un vero e proprio dono. Quando ci serviva gli abbiamo anche chiesto una mano, perché è una persona straordinaria.

Neil Armstrong: quanto possiamo considerarlo un eroe americano?
Ryan Gosling:
Io sono canadese ma credo che l’allunaggio abbia rappresentato un successo di tutta l’umanità, non solo degli Stati Uniti. La sua storia l’abbiamo vista così quando la mettevamo in scena. L’idea che mi sono fatto di lui è che fosse una persona molto umile, come lo sono tanti astronauti, e molte volte ha spostato l’attenzione da se stesso alle centinaia di persone che hanno reso possibile la missione sulla Luna. Lui in fondo era solo la punta dell’iceberg. Non credo che lui si considerasse un eroe americano, anche la sua famiglia non lo vedeva così.

Crediti Fotografici: @MatteoMignani

di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

 

 

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