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Michele Riondino, il giovane Montalbano padrino di Venezia 75

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Ormai la Mostra di Venezia ci ha preso gusto. La presenza, lo scorso anno, di Alessandro Borghi come padrino della manifestazione, interrompendo così la tradizione della “madrina”, non è stata un’eccezione. Anche per la prossima edizione la kermesse del Lido ha deciso di affidare il delicato il ruolo ad un volto maschile del nostro cinema. Ad ereditare lo scettro dall’attore di Suburra è infatti Michele Riondino che, come il suo predecessore, rappresenta al meglio la nuova generazione degli interpreti italiani.

Classe 1979, tarantino di nascita, Riondino si forma come attore all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma, e dopo il diploma inizia il suo percorso artistico prima a teatro, fa poi esperienze in televisione ed infine approda al cinema, grazie al quale il suo innato talento viene riconosciuto a livello internazionale. Oggi come oggi, al suo volto, il grande pubblico associa soprattutto il giovane Montalbano, ruolo interpretato nell’omonima fiction RAI, ma Michele Riondino è un attore a tutto tondo che continua a destreggiarsi con maestria fra palcoscenici, grande e piccolo schermo.

La prima volta che lo abbiamo visto in un ruolo significativo fu nel 2001, quando era nel cast della serie Compagni di scuola, dove divideva la scena con tanti giovani attori che, come lui, avrebbero poi segnato il futuro del cinema italiano: Laura Chiatti, Cristiana Capotondi, Riccardo Scamarcio. Poi è arrivato Distretto di polizia, per ben tre stagioni, ma il momento in cui tutti si sono resi conto che Riondino non era semplicemente uno dei tanti giovani rampanti dello spettacolo è stato nel 2008, quando insieme a Elio Germano impressionò per bravura ed intensità nel bellissimo Il passato è una terra straniera di Daniele Vicari. Un film forte, duro, grazie al quale l’attore tarantino si lanciò definitivamente. Il 2009, poi, fu l’anno dell’esordio alla Mostra di Venezia con Dieci inverni di Valerio Mieli, dove Riondino dimostrò la sua versatilità e la sua capacità di adattarsi anche ad atmosfere più leggere. Una conferma, una nuova affermazione, il segno che quel volto avrebbe fatto strada, tanta strada. Se ne accorsero in tanti, nel pubblico e nella stessa industria cinematografica. E non solo in Italia. L’anno successivo, infatti, Riondino fu selezionato dalla Berlinale come una delle dieci giovani Shooting Star del panorama internazionale. Un riconoscimento importante e meritato, che ha aiutato ancora di più la sua

Credits: ANSA/ETTORE FERRARI

carriera. Il giovane attore che aveva mosso i suoi primi passi nei teatri italiani, diretto da nomi come Giuseppe Patroni Griffi, Emma Dante, Marco Baliani, era arrivato alla sua vera ribalta professionale, apprezzato da colleghi e registi, amato dal pubblico, non soltanto giovanile.

E così, dopo esser stato diretto da Marco Bellocchio in Bella addormentata, aver duettato nuovamente con Elio Germano ne Il giovane favoloso; dopo aver interpretato Pietro Mennea nella fiction RAI e dopo esser tornato lo scorso anno a Venezia con Diva! di Francesco Patierno, Riondino è pronto per fare gli onori di casa alla 75a edizione della Mostra. Le cerimonie di apertura e di chiusura saranno nelle sue mani. Il volto della manifestazione sarà lui. Un grande traguardo, meritato “sul campo”, che siamo convinti possa rappresentare per lui anche un nuovo inizio.

di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

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