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Il suo nome è Solo, Han Solo. 5 curiosità su solo: A Star Wars Story

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Il suo nome è Solo, Han Solo. Anche se il curioso doppiaggio italiano degli anni Settanta e Ottanta (sì, quello che ci ha fatto credere per anni che Darth Vader fosse Lord Fener e la principessa Leia si chiamasse Leila) ce lo aveva fatto conoscere come Jan Solo, noi quel nome lo abbiamo sempre tenuto bene in mente. E ora, nelle prime scene del film, capiamo subito perché il nostro eroe si è sempre portato dietro quel nome. Stiamo parlando di Solo: A Star Wars Story, il film che racconta la vita del giovane Han Solo. Molto, ma molto prima (come diceva il famoso sketch) che diventasse l’Han Solo che abbiamo conosciuto in Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza (quello che tutti abbiamo sempre chiamato Guerre Stellari). Il film si svolge circa dieci anni prima di quei fatti. Han non ha ancora conosciuto Chewbacca, e non è ancora al comando del Millennium Falcon. In questa storia, scopriremo come è accaduto tutto questo. E scopriamo anche che nel passato di Solo c’è Qi’ra, una ragazza misteriosa: amica d’infanzia, innamorata, o cos’altro ancora? Vi raccontiamo 5 curiosità su questo film molto particolare.

Cambio della guardia

Per dirigere il film era stato scelto il “dinamico duo” Phil Lord e Christopher Miller, conosciuti per The Lego Movie. Ma, a un certo punto della lavorazione, la produzione ha deciso di interrompere la collaborazione con i due registi per “divergenze artistiche”. Letto fra le righe, pare che i due stessero portando il film verso una direzione troppo comica e farsesca. Detto che, se prendi due registi di questo tipo sai a cosa vai incontro, è stato scelto di puntare su un nome sicuro: Ron Howard. È la prima volta di un regista premio Oscar alla direzione di un film della saga di Star Wars. Howard ha rigirato qualcosa come il 70 o l’80% delle scene e ha riscritto molti dialoghi, anche in collaborazione con gli attori. Oltre, ovviamente, ad aver fatto il montaggio finale. Solo: A Star Wars Story è a tutti gli effetti il suo film. Piccola curiosità: Ron Howard era stato preso in considerazione per dirigere Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma, ma aveva declinato l’offerta.

Ehrenreich, chi era costui?

Carneade, chi era costui? Scriveva il Manzoni ne I Promessi Sposi. Beh, Alden Ehrenreich, l’attore scelto per portare sullo schermo il giovane Han Solo, proprio un carneade (termine che, proprio per il romanzo di Manzoni, ha assunto il significato di misconosciuto): lo abbiamo visto, ad esempio, nel film Ave, Cesare! dei Fratelli Coen. Eppure la scelta non è stata facile. Gli attori presi in considerazione per un ruolo per nulla facile sono stati moltissimi: Dave Franco, Aaron Taylor-Johnson, Miles Teller, Nick Robinson, Leo Howard, Tony Oller, Chandler Riggs, Hunter Parrish, Rami Malek, Landon Liboiron, Ed Westwick, Tom Felton, Joshua Sasse, Logan Lerman, Ansel Elgort, Jack Reynor, Colton Haynes, Max Thieriot, Scott Eastwood, Chris Pratt, Emory Cohen, Taron Egerton, Jack O’Connell e Blake Jenner. Volete un parere? Tempo fa, in una discussione sui social network sull’attore che meglio di altri avrebbe potuto interpretare Indiana Jones da giovane, mi è venuto spontaneo pensare a Ansel Elgort (Baby Driver). Nessuna somiglianza con Harrison Ford, ma stesso piglio, stessa faccia da schiaffi, stessa irriverenza. Sì, mi sarebbe piaciuto nei pani di Han Solo, altro personaggio cult di Harrison Ford. A proposito di Ford: quando ha incontrato Ehrenreich gli ha semplicemente consigliato di “copiarlo”. E non ci sarebbero stati problemi.

Chewbacca Mon Amour

Nel ruolo di Chewbacca non ci sarà l’attore che è sempre stato all’interno del peloso costume del nostro amatissimo Wookie, cioè Peter Mayhew. Non è potuto esserci per motivi di salute. Al suo posto serviva un attore molto, molto alto. Da Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della Forza, il suo posto, prima come controfigura, poi definitivamente, è stato preso da Joonas Suotamo, attore finlandese con un passato da giocatore di basket. Nel 2013 aveva risposto a un’audizione per la parte di un cavernicolo, in cui cercavano qualcuno che fosse alto due metri e venti. Ma era di dieci centimetri più basso. Qualche mese dopo, tramite l’associazione scandinava di basket, ha scoperto che cercavano qualcuno sui due metri, dagli occhi azzurri. E allora Suotamo è andato a Londra e ha incontrato J.J. Abrams. E così ha iniziato a fare la controfigura di Peter Mayhew, che iniziava ad avere problemi di salute. Con Star Wars: Episodio VIII – Gli ultimi Jedi ha preso definitivamente il suo posto. Suotamo ha scritto un’accorata lettera a Peter Mayhew: gli ha scritto di aver accettato il ruolo non per i fan di Star Wars, ma per Mayhew stesso.

Solo un altro film

Han Solo sarebbe dovuto apparire anche in un altro film della saga, Sater Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith: un Han Solo di dieci anni, orfano, sarebbe stato trovato e allevato da Chewbacca e avrebbe aiutato Obi-Wan Kenobi a localizzare Darth Grievous, grazie al ritrovamento di un droide trasmittente. Sarebbe stato interessante trovare Han Solo in quello che è il miglior film della seconda trilogia, la trilogia prequel. Ma così non avremmo potuto assistere all’incontro tra Han e Chewbe in Solo: A Star Wars Story…

Forza, il tuo nome è donna

La Forza è donna. Da quando la Disney ha acquistato la Lucasfilm, la responsabile di tutta la macchina Star Wars è una donna. Non proprio una qualsiasi: Kathleen Kennedy, 64 anni, è colei che ha fondato la Amblin Entertainment, insieme al marito Frank Marshall e a un certo Steven Spielberg. La Kennedy ha deciso di creare il Lucas Story Department, mettendoci a capo un’altra donna, Kiri Hart, sceneggiatrice. Non è una scelta fatta a caso: l’idea è quella di allargare il target dei film di Star Wars, allargandolo anche al pubblico femminile. Creare quindi sempre più figure femminili forti, con cui il pubblico possa identificarsi. La Qi’ra di Emilia Clarke, appena vista in Solo: A Star Wars Story, è una di queste.

di Maurizio Ermisino per DailyMood.it

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