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Nominations Oscar 2018: Guillermo Del Toro contro tutti

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Una volta, al momento dell’annuncio delle nominations, era facile fare previsioni sul mattatore della serata: agli Oscar a trionfare era chi aveva ne aveva ottenute di più. Le eccezioni non mancavano, certo, ma in fondo servivano solo a confermare la regola. Da qualche anno, però, le eccezioni sono state tante e quindi tale “legge” non scritta non sembra più avere alcun valore. Per questo motivo, le 13 nomination ricevute da La forma dell’acqua di Guillermo Del Toro, per quanto siano il giusto riconoscimento ad uno dei film più emozionanti e poetici delle ultime stagioni, non devono trarre in inganno e influenzare i pronostici. Ormai gli Academy Awards sono una scheggia impazzita e la vittoria dello scorso anno di Moonlight su La La Land ne è solo l’ultimo segnale.

Prepariamoci dunque ad una notte di sorprese e di imprevisti e cerchiamo di non dare nulla per scontato. Anche perché nelle annate dominate da tematiche e questioni esterne (quest’anno le molestie sessuali e il movimento Time is Up si faranno ovviamente sentire) le scelte dei membri dell’Academy acquistano sempre anche un significato extracinematografico.

Siamo sicuri, quindi, che il fantasy romantico del regista messicano, nonostante numeri alla mano parta in pole position, possa avere la meglio su Tre manifesti a Ebbing, Missouri? Assolutamente no e, anzi, gli altri premi cinematografici della stagione (dai Golden Globes ai SAG) fanno pensare ad una vittoria di quest’ultimo. Infatti, con sette nomination, il film di Martin McDonagh è in realtà il vero frontrunner di questa edizione, forte di tutti i riconoscimenti ottenuti sin qui e della tematica che tratta (è la storia di una donna che cerca giustizia per la morte della figlia adolescente).

Tra i candidati, annunciati ieri da Andy Serkis e Tiffany Haddish, la sorpresa è Get Out – Scappa, la commedia horror vera rivelazione dell’anno. Se i bookmakers nei giorni scorsi avevano fatto salire le quotazioni per il protagonista Daniel Kaluuya e davano per molto probabile la candidatura come miglior film, in pochi credevano nella presenza di Jordan Peele nella cinquina della regia. E invece così è stato. Allo stesso modo, anche l’attesissimo Il Filo nascosto di Paul Thomas Anderson, che ha diviso molto la critica statunitense, sembrava un po’ fuori dai giochi e invece eccolo presente in tutte le categorie maggiori, per la gioia dei fan di PTA e per chi spera che una nuova nomination a Daniel Day Lewis possa far ricredere l’attore sulla scelta di lasciare per sempre il grande schermo. Discorso simile vale anche per Dunkirk di Christopher Nolan, che in molti ipotizzavano tra i possibili esclusi di lusso, ma tornato prepotentemente alla carica ottenendo ben otto nominations. Venendo agli altri, The Post di Steven Spielberg ha inspiegabilmente solo due candidature (tra cui miglior film – e ci mancherebbe), e Lady Bird di Greta Gerwig rappresenta la quota rosa della lista, con la nomination per la Gerwig che segna il ritorno di una candidata donna per la miglior regia a otto anni di distanza dalla vittoria di Kathryn Bigelow per The Hurt Locker. Infine, grande soddisfazione per Luca Guadagnino e il suo acclamato Chiamami col tuo nome. Il film del regista italiano ha ottenuto quattro nomination, tra cui quella per la miglior pellicola. E anche se le speranze per una statuetta sono purtroppo molto basse (anche per il bravissimo protagonista Timothée Chalamet) si tratta comunque di un traguardo straordinario e – aggiungiamo – strameritato. In un anno (l’ennesimo) in cui il cinema italiano non ce la fa ad entrare nella cinquina per il miglior film straniero (il candidato italiano – lo ricordiamo – era A Ciambra di Jonas Carpignano), a tenere alta la nostra bandiera sarà dunque Guadagnino, accompagnato anche dalla bravissima arredatrice Alessandra Querzola, candidata per Blade Runner 2049.

In quanto agli attori, tra gli interpreti maschili, il favorito è senza dubbio Gary Oldman per L’ora più buia (anch’esso in corsa per il miglior film dell’anno, ottenendo in totale sei nominations), anche se fanno rumore le esclusioni di James Franco per The Disaster Artist e quella di Tom Hanks per The Post, sacrificati a favore di Denzel Washington, candidato per Roman J. Israel, Esq. Nelle altre categorie attoriali, la sfida invece è molto incerta. Come attrice protagonista sarà una lotta all’ultimo voto tra Frances McDormand (Tre manifesti a Ebbing, Missouri), Sally Hawkins (La forma dell’acqua), Margot Robbie (I, Tonya) e Meryl Streep (The Post, ventunesima candidatura per lei, chapeau!). Tra le non protagoniste, Allisson Janney di I, Tonya dovrà vedersela con le agguerritissime Mary J. Blige (del film Netflix Mudbound, candidata anche per la miglior canzone), Lesley Manville (Il filo nascosto) e Octavia Spencer (La forma dell’acqua); mentre tra i non protagonisti è difficile azzardare qualunque pronostico: tutti e cinque i candidati – Willem Dafoe (The Florida Project), Woody Harrelson e Sam Rockwell (Tre manifesti a Ebbing, Missouri), Richard Jenkins (La forma dell’acqua) e Christopher Plummer (Tutti i soldi del mondo) – sembrano avere possibilità ed è complicato per tutti esprimere una vera preferenza.

Per scoprire chi avrà la meglio, appuntamento al Kodak Theatre di Los Angeles il prossimo 4 marzo. And the Oscar goes to…

Primato anagrafico anche per Agnès Varda, nominata a 89 anni per il suo Faces Places.
A battere tutti nella classifica degli artisti con più candidature agli Oscar è però il compositore John Williams, arrivato alla storica cifra di 51 presenze nella lista indicata dagli Academy grazie alla colonna sonora di Star Wars: Gli ultimi Jedi.

Di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

The first teaser for the 90th Oscars coming MARCH 4, 2018 on ABC

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