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Filippo Laterza: dall’Alta Moda al Prêt-à-porter attraverso l’arte

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Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione”. Per questa celebre frase del grande artista Henri Matisse, promotore del movimento Fauve, Filippo Laterza ha deciso di dedicare la collezione Primavera/Estate 2018 ai colori dei quadri del fauvismo.

Filippo Laterza incanta per i contrasti cromatici, che passano dai colori più tenui a quelli accesi, per i dettagli sartoriali, i ricami, le delicate applicazioni, le citazioni colte.
Un anno trascorso tra Marrakech e Santorini, tra New Delhi e Shanghai, tra Londra e Parigi, tra Barcellona e Berlino. E’ stato un percorso alla ricerca dell’identità del costume odierno, per poter rappresentare la società attraverso la moda.

Contrasti cromatici, scoperti in giro per il mondo, come testimonianza della libertà, interpretati attraverso la visione del bello. Volumi architettonici e silhouette scolpite come statue per dar vita a muse degne di opere d’arte senza stagione.

Tessuti ricercati e rielaborati per una collezione sartoriale, triple organze, gazar, duchesse, raso e mikado di seta pura in colori a contrasto, rosso scarlatto e rosso vermiglio, rosa cipria e shocking Schiaparelli, verde the e verde menta, giallo lime e blu Kline, glicine e mauve, sono le nuance interpretate.
Il design italiano dal gusto internazionale è stato unito alla ricerca dei materiali provenienti da tutto il mondo: antiche sete provenienti da Shanghai, delicate organze di seta indiana, jacquard francesi e innovative garze in seta tedesca, ricami italiani e dettagli spagnoli, materie prime che le sapienti mani di artigiani italiani hanno saputo firmare con l’eccellenza del Made in Italy.

Ho deciso di comunicare le avventure che ho vissuto in una chiave di lettura che riprende i canoni della corrente artistica del Fauvismo, giochi cromatici che rappresentano le emozioni più pure del momento e disegni naïf realizzati d’impeto.
Come rappresentare i colori di un paesaggio, di una figura umana, di una scena reale? Gli artisti Fauves risponderebbero che non bisogna scegliere le tinte più somiglianti, bensì quelle più adatte a esprimere le sensazioni provate dall’artista di fronte al soggetto: le montagne possono essere dipinte di blu e arancione, una spiaggia diventa rosa e gialla, un volto umano rosso come il fuoco. Ecco da dove deriva la mia palette colori.”

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