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George Clooney: “Io prossimo candidato presidente? Sarebbe divertente”

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Accolto a fine proiezione da un convinto applauso, Suburbicon, ritorno dietro la macchina da presa di George Clooney, presentato in concorso a Venezia 74, è stato accompagnato alla sua premiére mondiale qui al Lido dal regista e dai protagonisti Matt Damon e Julianne Moore. Il primo interpreta Gardner Lodge, la seconda è invece divisa nel doppio ruolo della moglie paralizzata e di sua sorella. I tre, insieme al figlio Nick, vivono nella cittadina che dà il titolo al film, la cui comunità si infiamma per l’arrivo della prima e unica famiglia afroamericana.
L’affollata conferenza stampa è stato un vero e proprio show di Clooney che costantemente, anche perché sollecitato dai giornalisti sulle tematiche del film, ha ricondotto ogni sua risposta a discorsi sull’attuale politica americana.

Il film è stato scritto dai fratelli Coen negli anni Ottanta. E’ stata l’ascesa di Trump a farvi riprendere in mano il progetto?
George Clooney: Abbiamo iniziato a lavorare a questo film quando Donald Trump ha cominciato la sua corsa politica. Ma “fare grande l’America” si diceva anche negli anni Cinquanta ai tempi di Eisenhower. Non c’è niente di nuovo. Alcuni aspetti, alcuni problemi non andranno mai fuori moda nel nostro paese.

Il film propone una riflessione politica molto forte…
George Clooney: Io sono cresciuto in Kentucky negli anni Sessanta, e in quel periodo si lottava contro la segregazione. La storia della famiglia afroamericana del film contrapposta alla lucida follia dei Lodge è uno strumento per far capire allo spettatore che stiamo andando nella direzione sbagliata nel momento in cui per ogni problema incolpiamo una minoranza. Ma d’altronde abbiamo ancora tanto lavoro da fare per liberarci del nostro peccato originale: la schiavitù.

Matt Damon, come ti sei trovato in questo ruolo da cattivo?
Matt Damon: E’ un ruolo nuovo per me, mai interpretato un personaggio simile. George con questa parte mi ha fatto fare un salto in avanti. E’ stato divertente recitare in questo film. Ho avuto uno dei migliori registi a dirigermi e molto della mia interpretazione la devo a lui.

Julianne Moore, com’è stato interpretare questo doppio ruolo?
Julianne Moore: George mi ha offerto due ruoli perché voleva risparmiare. A parte gli scherzi, quello con George è stato un lavoro splendido e sono stata felicissima che mi abbia offerto due personaggi. Mi piaceva mettermi nei panni di due donne diversissime ed è stato interessante e stimolante vedere la vita di una sorella che si ripercuote su quella dell’altra.

Questo film trasmette tanta rabbia. La rabbia sembra il sentimento su cui è basato…
George Clooney: Guardiamo gli Stati Uniti: ovunque si guardi si trova rabbia. La rabbia di tutto il paese è al massimo storico. C’è una nube nera sugli States. Il film riflette questa situazione, in modo divertente e anche con cattiveria. In ogni caso io sono ottimista, sono fiducioso, credo molto nei giovani, credo davvero che possano e vogliano migliorare il mondo.

Nel film troviamo anche Oscar Isaac. Come mai ha scelto lui?
George Clooney: Quando i fratelli Coen volevano portare sullo schermo questa sceneggiatura, nel 1999, avevano offerto quel ruolo a me. E quando l’anno scorso ho deciso di realizzare questo film, ho pensato subito ad Oscar perché è un grande attore, un interprete meraviglioso.

Le voci si stanno facendo sempre più insistenti. Sarà lei il prossimo candidato democratico alla presidenza?
George Clooney: Sarebbe divertente. Ma chiunque sarebbe meglio di chi occupa quel ruolo adesso.

di Antonio valerio Spera per DailyMood.it
Photo Credits: @MatteoMignani

 

 

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