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Ethan Hawke: “in First Reformed recito tra amore e disperazione”

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Un Paul Schrader così in forma non si vedeva da anni. L’autore americano, sceneggiatore di capolavori come Taxi Driver e Toro Scatenato, torna alla Mostra di Venezia, questa volta in competizione ufficiale, con il film First Reformed. Un’opera dura, complessa, che tratta il tema della religione allargando il discorso a tutto il genere umano. Protagonista, nei panni di padre Toller, tormentato parroco di provincia, ex cappellano militare, un notevole Ethan Hawke. Insieme a lui, nel cast, la splendida Amanda Seyfried, che ha recitato sul set in piena gravidanza.
Gli attori e il regista hanno partecipato alla conferenza stampa di presentazione ricevendo una vera ovazione al loro ingresso in sala.

Paul Schrader, questo film sembra il culmine di un processo artistico che è durato tanti anni…
Paul Schrader: prima di essere sceneggiatore ero critico e ho scritto un libro su spiritualità e cinema (Il trascendente nel cinema). E’ un universo che mi interessa da sempre ma non pensavo che avrei mai fatto un film su questo tema. Poi due anni fa, a cena con Pavel Pawlikowski, parlavamo del suo film, Ida. In quella serata ho capito che era arrivato il momento di cimentarmi in un progetto simile. Quindi si, credo che First Reformed sia il culmine di qualcosa che è iniziato negli anni ‘70.

Questo film arriva dopo Silence di Martin Scorsese, che in fondo tratta un tema simile. Ne avete parlato?
Paul Schrader: Silence volevo girarlo io. Ho provato a prendere i diritti del libro, ma lui mi ha detto: “non lo farai mai!”. E infatti poi l’ha girato lui. In ogni caso, sono due opere molto diverse.

Vede una correlazione tra First Reformed e Taxi Driver? In fondo sono due film con protagonista un uomo solo contro i suoi “demoni”…
Paul Schrader: Me l’ha detto anche il mio montatore. Io non volevo fare un film che ricordasse Taxi Driver, però effettivamente, rivedendolo, ha inciso molto sul copione, c’è molto di quella pellicola.

Amanda Seyfried, cosa hai provato quando hai letto la sceneggiatura?
Amanda Seyfried: Ho avuto una reazione di paura, ero spaventata. Certi argomenti, certe tematiche a volte non si toccano perché si ha paura. Ma sono stata fortunata a leggere per prima una storia così e soprattutto a sentirmi connessa con gli altri in questa sensazione. Sentirsi tutti coinvolti in un processo simile è la parte più bella.

Hai mai avuto bisogno di una guida spirituale?
Amanda Seyfried: L’ho cercata per tutta la vita. Può sembrare assurdo ma per un periodo l’ho trovata nel mio cane. Credo che il rapporto con gli animali apra verso la compassione. L’amore è la mia vita spirituale.

Ethan Hawke, è la prima volta che interpreti un prete al cinema. Come sei entrato nel ruolo?
Ethan Hawke: Quando ero piccolo, mia nonna mi diceva che secondo lei sarei diventato prete, e io pregavo per avere un destino diverso. Per fortuna ho fatto l’attore. Io sono cresciuto in una famiglia molto religiosa, e quindi non è stato molto difficile. Il mio personaggio è come uno sciamano e, se ci pensate bene, in tutti i riti religiosi, anche la Messa, in fondo c’è un po’ di spettacolo. Per cui ho cercato di metterci anche qualcosa di mio.

Cosa pensi della cifra trascendentale con cui Paul Schrader fa film?
Ethan Hawke: Trascendentale è una parola importante per me. E mi sento fortunato di essere entrato nel percorso artistico di Paul. Sono cresciuto con il trascendentale, aiuta a trovare connettività col mondo. Questo è un film che pone interrogativi più che dare risposte. E’ un film che cammina sull’orlo dell’abisso, tra disperazione e amore.

di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it
Photo Credits: @MatteoMignani

 

 

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