Alberto Barbera, direttore artistico di Venezia 74, parla del nuovo concorso Venice Virtual Reality, giocando con la massima hegeliana secondo la quale tutto ciò che è razionale è reale, e aggiornandola in tutto ciò che è virtuale è reale.
A partire da questa edizione della Mostra è previsto infatti un nuovo concorso dedicato alla realtà virtuale (VR), “che probabilmente non sarà il futuro del cinema – ha sottolineato Barbera – ma si imporrà come altro settore, in continua sperimentazione e ricerca, frequentato da moltissimi registi”. Sono state più di 100 le proposte di partecipazione alla kermesse. Una tecnica variegata quella della Virtual Reality, che sarà presente in tre diverse forme di fruizione: la prima dentro ad un teatro, con visori virtuali Samsung, la seconda in cinque postazioni stand up per fruire prodotti più elaborati e la terza che prevede sei installazioni in cui sarà possibile interagire direttamente con il film.
Alberto Barbera Asac -La Biennale di Venezia
Il Direttore di Venezia 74 invita inoltre a riflettere sul fatto che molti festival tendono oggi a mettere insieme un certo numero di film, disponendoli uno dopo l’altro come intrattenimento o pretesto da offrire agli spettatori, solamente per fare numero.
Quello che si è cercato invece di realizzare alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia consiste nell’esporre i film intendendoli non come qualcosa di passato, ma come ciò che deve ancora venire.
“Più che l’istantanea del presente, o la foto-ricordo della stagione del cinema che stiamo vivendo – continua Barbera – i film che proponiamo sono in certo qual modo la percezione del futuro, l’indicazione di una o (meglio) più vie che si aprono sul domani, testimoniano una rincorsa in avanti, scrutano l’orizzonte per avvistare un “dopo”. Se non ci siamo troppo discostati dalla precarietà di questo traguardo, possiamo ancora una volta rivendicare un senso al nostro lavoro”.