Mood Town

Cile: 3700 Isole, differenti l’una dall’altra

Published

on

CILE: 3700 ISOLE, DIFFERENTI L’UNA DALL’ALTRA MA ACCOMUNATE DA NATURA INCONTAMINATA E CULTURE ANTICHISSIME. ALCUNE DISTANO MIGLIAIA DI CHILOMETRI DALLA COSTA, SPESSO SONO TEATRO DI LEGGENDE, OVUNQUE OSPITANO ISOLANI ORGOGLIOSI DELLE PROPRIE TRADIZIONI E DI FORMARE UN TUTT’UNO CON L’OCEANO

Si raggiunge quotidianamente da Santiago coi moderni Boeing 787-8 Dreamliner della compagnia di bandiera Latam, l’Isola di Pasqua. Si sale sull’aereo e si atterra in un luogo unico al mondo, remoto, sperduto in mezzo all’Oceano, ma carico di fascino e mitologia. Caratterizzato da spiagge rosa e rivoli di lava, vulcani e praterie, sculture in pietra e grotte decorate da geroglifici, fondali cristallini e onde da cavalcare. La cultura Rapa Nui lo intride di mistero e tradizione, gli abitanti polinesiani parlano tuttora la lingua nativa, si esibiscono in balli folkloristici, indossano abiti tradizionali e propongono una deliziosa gastronomia. Sparsi per tutta l’isola, per un totale di circa 1000 esemplari, si trovano i moai, imponenti figure scolpite nel tufo, che si ergono sugli ahu , altari cerimoniali e luogo di sepoltura dei defunti. L’Ahu Tongariki rappresenta più grande centro cerimoniale dell’isola, con almeno 15 moai in posizione eretta. Le loro dimensioni gigantesche, il loro profilo austero, il mistero che circonda il loro trasporto e posizionamento ne fanno un enigma tuttora irrisolto e impenetrabile. Poi ci sono il Parco Nazionale Rapa Nui o Te pito o te henua, che nell’antica lingua nativa significa Ombelico della Terra, oggi dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Chi cerca un’esperienza culturale intensa, visiti l’isola durante la festa Tapati, che si celebra tutti gli anni nella prima metà di febbraio, per due settimane. Durante il festival, i clan dell’isola si contendono la vittoria tra gare di musica, danza, cultura e sport, con individui dipinti nel corpo e abbigliati come i loro avi.

Anakena—Isla-de-Pascua

Anakena è un luogo da cartolina, forse il più ambito per trascorrere qualche ora dal relax paradisiaco. Vanta spiagge di sabbia bianca, acque calde, tranquille e turchesi, e palme per ripararsi dal sole. Sullo sfondo si trova l’ Ahu Nau Nau con sette moai allineati e completi di acconciature. Nei chioschi vicino al mare si possono gustare le empanadas di tonno e il tradizionale poe, un budino dolce a base di zucca e farina.
Ad Hanga Roa, nucleo della vita mondana dell’Isola di Pasqua, si susseguono hotel, ristoranti, bar e discoteche.
Passeggiando tra le sue stradine, ci si imbatte in qualche locale gastronomico o caratteristico negozio di artigianato. La Caleta Hanga Roa, il porto peschereccio di questo villaggio, è dominato dall’Ahu Tautira, una piattaforma cerimoniale con due superbi moai.
I solitari e gli amanti dell’estrema tranquillità, devono visitare Ovahe. Le sue spiagge dal colore rosa, nate dalla
mescolanza di detriti rossi di corallo e sabbia bianca, sorprendono i suoi visitatori. Che oltre a oziare sulla battigia
possono praticare immersioni e snorkeling nell’incredibile trasparenza di queste acque, in cui la visibilità arriva a
50 metri, in scarsità di fauna marina e abbondanza di coralli.

Rano Kau è il maggior cratere vulcanico dell’Isola di Pasqua. La sua spettacolare eruzione, avvenuta due milioni e mezzo di anni fa, fu artefice della creazione di questa magica isola situata in mezzo all’Oceano Pacifico. Con oltre un chilometro di diametro, questo impressionante cratere ospita una grande laguna di acqua dolce. Circondata di abbondante vegetazione, microfauna presente nell’acqua e tanto vapore, assomiglia a un gigantesco calderone.
Sul lato estremo ovest del vulcano sorge il villaggio cerimoniale Orongo: cinquantatré case costruite lungo il pendio con lastre di pietra sovrapposte in senso orizzontale e un tetto arcuato in pietra che danno l’idea di essere in parte sotterrate. Nel XVIII e XIX secolo questo villaggio fu oggetto di un culto, che venerava l’uomo uccello Tangata Manu e il dio Makemake, la grande divinità della cultura Rapa Nui. Petroglifi raffiguranti un uomo uccello
sono ben visibili su un gruppo di massi situati tra la sommità della scogliera e il bordo del cratere.

Rano Raraku è invece la cava in cui venivano creati e lavorati i moai , si trova all’interno del cratere del vulcano e assomiglia a un’officina primitiva, con 400 statue in fase di lavorazione, tuttora disposte alle pendici del vulcano Conoscere Chiloé significa addentrarsi in un mondo magico di sorprendente ricchezza culturale e naturale.
Incuriosiscono le sue architetture, a cominciare dalle pittoresche palafitos, le case colorate costruite sull’acqua, fino alle chiese, commistione unica al mondo di stile europeo ed elementi autoctoni. Tipica la cucina, con i cibi serviti nelle tejuelas, le scandole di legno, e il curanto, stufato a base di carne, frutti di mare, patate e ortaggi, cotto in buche per almeno due ore. Anche i chiloti, gli abitanti dell’isola, conferiscono con il loro carattere un tratto unico a questo arcipelago.
Per quanto riguarda le attrattive naturali quest’isola regala paesaggi da cinema, tra sentieri naturalistici, foreste buie e fitte, comunità native huilliche dai costumi ancestrali, spiagge battute da onde fragorose. L’ideale è percorrerla a piedi, a cavallo o in kayak, attraverso i suoi meravigliosi canali. Estesi i parchi nazionali: con una superficie di 430 kmq, il Parco Nazionale di Chiloé., si sviluppa dalla costa del Pacifico verso l’entroterra isolano, racchiudendo ampie distese di foresta indigena sempreverde. Percorrendolo, si possono avvistare oltre 110 varietà di uccelli, volpi e il pudù meridionale, il cervo più piccolo del mondo. Anche il Parque Tantauco rappresenta un ecosistema tra i più ricchi di biodiversità al mondo, e si estende su una superficie di 1180 kmq percorsa da oltre 130 km di sentieri.

Ancud merita una sosta per approfondire la storia dell’isola. Città un tempo prospera, ospitava palazzi eleganti, una ferrovia e un lungomare incantevole. Nel Museo Regional de Ancud sono esposti oggetti, reperti, fotografie che raccontano la vita quotidiana, la mitologia e l’artigianato a Chiloè. Indimenticabile la vista dal Fuerte Sant’Antonio, l’ultimo avamposto spagnolo in Cile, costruito agli inizi del XIX secolo.

Castro ha un’anima invece più internazionale, coniuga caratteristiche tipicamente chilote a un certo sviluppo edilizio e gusti più “alla moda”. Percorrere le strade che dipartono dalla piazza centrale, entrare nei suoi negozi di
artigianato e ammirare le colorate palafitte sul lungomare è semplicemente delizioso. La sua Iglesia San Francisco, una delle 16 chiese di Chiloè dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, vanta una facciata gialla ornata da decorazioni viola e malva, all’interno una commistione di stile neogotico e classico. Anche l’Iglesia Nuestra Señora de Gracia de Nercón, edificata tra il 1887 e il 1888 in legno di cipresso e larice, conquista la vista con colori sgargianti e un’imponente torre di 25 metri.

A Dalcahue si va per acquisti: ogni domenica vi si tiene la fiera dell’artigianato, dove i turisti acquistano un ricordo locale come i classici maglioni, le sciarpe e i cappelli in oveja, lana tinta con pigmenti naturali ricavati da radici, foglie e fango ad alta percentuale ferrosa. Vanno forti anche i cesti decorati e i souvenir in legno intagliato.
Anche a Dalcahue svetta una delle chiese patrimonio Unesco, Nuestra Señora de Los Dolores, costruita nel 1849 dai gesuiti per convertire gli abitanti dell’isola.

Chonci-Cucao è invece un piccolo villaggio di pescatori, in tempi remoti spesso invaso da pirati e corsari di passaggio, prima tappa dei gesuiti che cominciarono a evangelizzare la zona più meridionale dell’Isla Grande, edificandovi la chiesa di San Carlos de Borromeo, anch’essa Patrimonio dell’umanità. In città si può inoltre visitare il Museo Vivente delle Tradizioni Chochinas e il Museo del Acordeon Chilote, vale la pena cimentarsi in un’escursione a cavallo seguendo le tracce di Darwin, fare un pic-nic o passeggiare nella baia di Cucao prima di addentrarsi nel Parco Nazionale di Chiloé.

L’ultima grande città di Chiloé è Quell.n, estremità geografica dove termina la Panamericana, una delle più lunghe statali del mondo, che comincia a Fairbanks Alaska e attraversa tutto il continente americano. Qui si può visitare il Museo Inchin Cuivi An e conoscere più da vicino la cultura Huilinche, i suoi oggetti, le sue imbarcazioni e tasselli della sua storia.
Vi sono poi isole limitrofe dell’arcipelago di Chiloé, facilmente raggiungibili col traghetto, che meritano senz’altro una mezza giornata, se non altro per fare un tuffo in una dimensione autentica e lontana nel tempo. L’Isla Mechuque, distante 45 minuti di barca da Tenaún, è piccola ma splendida, come una piccola Chiloé miniaturizzata. L’Isla Quinchao, raggiungibile con una breve traversata in traghetto da Dalcahue, affascina con pascoli verdi e piccoli villaggi di campagna con case di legno e mulini ad acqua. Gli isolotti di Puňihuil rappresentano l’unico luogo al mondo dove convivono i pinguini di Humboldt e la razza magellanica, i tour marittimi avvicinano anche alle balene, ai castori, ai cormorani che hanno colonizzato l’isola. L’Isla de Lemuy esibisce splendide spiagge di sabbia sottile e chiese dichiarate Patrimonio dell’Umanità.

LE CHIESE DI CHILOÉ

Chiloè–Iglesia-Tena+¦n

Innalzate durante il XVII secolo per evangelizzare il nuovo mondo, mescolarono lo stile spagnolo con le tecniche e i materiali propri dell’isola. La loro struttura architettonica e l’impiego del legno locale hanno originato un unicum in America, caratterizzato da tetto spiovente, rivestimento in tavelle di legno, ingresso ad arco e un’alta torre sulla facciata. All’interno vantano ambienti sorprendenti e inconsueti, se paragonati agli edifici ecclesiastici europei o nordamericani. Delle oltre 150 chiese costruite in questo modo, 16 sono dichiarate Patrimonio dell’Umanità. dall’UNESCO e formano il “Percorso delle chiese di Chilo.”. Nove di esse si trovano nella costa orientale dell’Isola Grande, tre a Lemuy, due a Quinchao, una a Caguach e una a Chelin. Meno di 10 chilometri separano queste chiese, e possono essere comodamente percorsi in un solo giorno.

La Riserva Nazionale Pinguinos de Humboldt comprende le isole Chanaral, Damas e Choros. Si estende su una superficie e di 888 ettari e rappresenta una delle più belle escursioni naturalistiche del NORTE CHICO. Damas Island è celebre per le sue spiagge di sabbia bianca come la neve, lambite da acque cristalline. Sulla rocciosa Isla Choros nidificano branchi di pinguini di Humboldt, tenendosi a debita distanza dai leoni marini spiaggiati sulla costa. Branchi di delfini tursiopi si rincorrono nelle acque antistanti, mentre uccelli di moltissime varietà tra cui cormorani, gabbiani e sule approdano su queste isole in cerca di un nido sicuro. Nel periodo caldo, tra ottobre e aprile, scorrono dinanzi gli occhi anche gigantesche megattere, balene azzurre e balenottere.

Giunti alla fine del mondo c’è ancora spazio per emozioni imperdibili! L’Isola di Navarino conquista con scenari misteriosi e selvaggi, poca presenza umana e un vento forte che solca rocce, foreste, laghi. La costa si presta a essere esplorata in bicicletta, offre calette tranquille e tratti di foresta. 150 km di sentieri invitano al trekking, molto popolare il circuito de los Dientes de Navarino (54 km), che impegna chi vuole completarlo per almeno cinque giorni. Sull’isola anche negozi di artigianato che vendono libri nella lingua dei nativi yagan, gioielli e coltelli in osso di balena.

Per Informaizoni: http://www.chile.travel/

0 Users (0 voti)
Criterion 10
What people say... Leave your rating
Ordina per:

Sii il primo a lasciare una recensione.

Verificato
{{{ review.rating_title }}}
{{{review.rating_comment | nl2br}}}

Di Più
{{ pageNumber+1 }}
Leave your rating

Il tuo browser non supporta il caricamento delle immagini. Scegline uno più moderno.

Click to comment

Trending