Venezia 73

Venezia 73, chiusura scoppiettante con Denzel Washington e I magnifici 7

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Chiusura col botto per Venezia 73, adrenalinica, scoppiettante, entusiasmante, divertente. A mettere il punto finale su questa edizione della Mostra del Cinema è stato I magnifici 7, remake firmato Antoine Fuqua del mitico western di John Sturges di ben cinquantasette anni fa (a suo volta ispirato a I sette samurai di Akira Kurosawa). Protagonisti della pellicola, Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D’onofrio. I primi due sono arrivati al Lido insieme al regista “in sella”, sfilando sul red carpet assalito da fan e flash con cavalli e cappelli da cowboy.

Antoine Fuqua, come avete lavorato a questo remake?

Antoine Fuqua: La cosa importante era riuscire a rendere contemporaneo il film. Abbiamo tenuto conto della pellicola di Kurosawa, che ci ha fornito molti spunti d’ispirazione, ma ad influenzarci di più è stato il cinema di Sergio Leone. Lui ha rivoluzionato il western. Prima dei suoi film c’erano schieramenti chiari e netti, dopo Per un pugno di dollari i personaggi non sono più stati solamente buoni o cattivi. Quando sono andato da Denzel a proporgli il ruolo, per convincerlo ho messo in sottofondo la colonna sonora dei suoi film.

Uno degli aspetti nuovi del film rispetto all’originale è la varietà etnica dei sette pistoleri…

Antoine Fuqua: Si, volevamo rappresentare la varietà dell’America dell’epoca.

Denzel Washington: Nel 1874 l’America era così. Neri, messicani, asiatici, indiani. Il West era un territorio di frontiera dove si potevano trovare uomini di ogni etnia. Ognuno di loro cercava di sopravvivere e possedeva una pistola. Noi abbiamo cercato di essere il più vicini possibile a quella realtà.

Amavate i western da bambini?

Denzel Washington: Mio padre era un uomo di chiesa, molto religioso, e a noi figli non era permesso andare al cinema, se non per andare a vedere Il re dei re o I dieci comandamenti. In tv vedevamo solo Bonanza. Ma chiaramente da piccoli io e mio fratello giocavamo a fare indiani e cowboy. E questo film ci ha fatto ritornare tutti bambini. E ci hanno pure pagato!

Antoine Fuqua, potrebbe dirci di più dell’influenza di Leone e degli spaghetti western?

Antoine Fuqua: Sergio Leone ha cambiato il genere. Lui caratterizzava al massimo i personaggi senza fare moralismi. Spesso di loro non si sapeva tutto, da dove provenivano, che storia avevano, a volte non si sapeva neanche il loro nome. Anche nel nostro film non sappiamo molto dei personaggi. Eppure alla fine non puoi non amarli per il loro comportamento. Oltre al fatto che ad interpretarli ci sono Denzel e Chris.

Come vi siete preparati ai vostri ruoli? Avete svolto anche una preparazione fisica?

Chris Pratt: Ci siamo addestrati molto con i cavalli. Ed io che ho fatto Jurassic World, ho capito che i cavalli veri posso essere molto più pericolosi dei dinosauri ricreati al computer. Fortunatamente avevamo degli addestratori bravissimi. Ho sempre pensato ai cavalli come ad una sorta di motocicletta prima di fare questo film, ma in realtà sono creature molto complesse, sono esseri viventi. Mi sono approcciato a questo lavoro con la giusta apprensione.

E’ possibile rintracciare un sottotesto politico dietro al film?

Antoine Fuqua: Ogni può leggere quello che vuole nel film, ma per noi è solo puro intrattenimento. Abbiamo puntato tutto sulle emozioni. Per me, per noi, il cinema è questo.

Di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

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