Venezia 73

Suki Waterhouse e Ana Lily Amirpour presentano The Bad Batch

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La regista americana di origini iraniane Ana Lily Amirpour, dopo la sua opera prima A Girl Walks Home Alone at Night, con la quale si rivelò al mondo intero come uno dei talenti pop più interessanti del panorama internazionale, presenta in concorso a Venezia 73 il nuovo The Bad Batch. Come spesso succede ai registi che ottengono apprezzamenti unanimi con la loro pellicola d’esordio, la Amirpour si è potuta avvalere per il suo ritorno dietro la macchina da presa di un cast all star capitanato da Suki Waterhouse, modella, ex di Bradley Copper e già protagonista della saga Divergent, e Jason Momoa, stella di Game of Thrones e prossimo componente dell’imminente Justice League del DC Comics. Insieme a loro, in ruoli secondari, troviamo anche Keanu Reeves e Jim Carrey.

Ana Lily Amirpour @ La Biennale di Venezia

Mix di generi tra western apocalittico, romantic movie, fantasy-horror e splatter, The Bad Batch prosegue la strada stilistica proposta dalla Amirpour con il suo primo film ed è ambientato in una misteriosa zona desertica americana, dove vive il bad batch del titolo, cioè il lotto cattivo dei reietti, degli esclusi dalla società. Sceneggiato dalla stessa regista e preannunciato come uno dei titoli cult di questa edizione della Mostra di Venezia, il film è in fondo un film sull’America. “Amo l’America – ha dichiarato la Amirpour in conferenza stampa – ma le cose che amo non sono quelle perfette. La pellicola non è una vera dichiarazione d’amore per il mio Paese, è più come una storia d’azione, una favola ambientata nel deserto”.

Una favola nera, molto nera, piena di violenza e di sangue. La Waterhouse, ad esempio, recita addirittura senza una gamba e senza un braccio, rinunciando quindi in parte a quella bellezza che l’ha resa famosa come volto della Burberry e che l’ha portata sulle copertine di riviste come Elle e Tatler. Una sfida non facile per l’attrice-modella, che però ha voluto affrontare a tutti i costi: “Quando ho conosciuto Lily – ha raccontato Suki Waterhouse – ho voluto subito far parte del suo film, entrare nel suo mondo. Ero felice e sorpresa che avesse scelto me. Lily mi ha detto: questa sarà l’esperienza che ti farà soffrire di più tra tutte quelle hai vissuto e che vivrai. Mi ha spaventata a morte”. Ed in effetti le riprese non sono poi state semplicissime: “Era come se avessi lasciato la Terra – ha proseguito la star di Divergent -, vivevo in questo motel sperduto, in una camera piena di cimeli americani”.

Anche per gli altri attori non è stata una passeggiata. Jim Carrey, ad esempio, interpreta un personaggio che non dice neanche una parola. “È un ruolo fondamentale il suo – ha spiegato la Amirpour – è il simbolo della gentilezza in questo mondo così duro, e per questo non emette verbo. Lui ha capito l’importanza del personaggio. Quando gli ho proposto la parte e gli ho detto che non avrebbe parlato, mi ha risposto con un secco: Yeah!”

Di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

Photo Credit: La Biennale di Venezia

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