Un Vincent Cassel a 360 gradi quello incontrato a Roma in occasione della presentazione del film Un momento di follia, in questi giorni nelle sale italiane. L’attore francese, che nella pellicola interpreta un padre che, appunto in un momento di follia (e di ebbrezza), come recita il titolo stesso, cede alle avances della figlia diciassettenne del suo miglior amico, è partito dalla storia raccontata sullo schermo per aprirsi su tematiche come la paternità, i rapporti sentimentali, le donne e l’ottusa moralità dei nostri tempi.
Cassel, ormai trapiantato a Rio e “brasiliano di coração”, come lui stesso si è definito, è apparso subito con le idee molto chiare, precisando che “le figlie di un amico neanche le vedo”, ma ragionando più a fondo sulle vicende narrate nella pellicola: “il problema vero del mio personaggio non è rappresentato da ciò che succede con la ragazza, ma dal fatto che ha tradito un amico di sempre”. E la tonalità del film di Jean-François Richet, condita tanto di elementi drammatici quanto di spassosa ironia, rispecchia perfettamente questo punto di vista. Un momento di follia, infatti, remake di Un moment d’éngarement di Claude Berri, datato 1977, cambia molto rispetto all’originale: “quel film – sottolinea l’attore – era incentrato su un amore impossibile, nel nostro invece si parla più che altro di un’amicizia tradita”, perché in fondo non c’è nulla di scandaloso in un rapporto tra un uomo di cinquant’anni e una ragazza appena maggiorenne. “Se c’è chi non la pensa così – prosegue Cassel – è perché siamo ancora chiusi in una moralità un po’ rigida, una moralità che ci è stata insegnata in questo modo. E poi abbiamo anche questa cultura del gossip, dello scandalo vuoto”.
Il divo francese, visto recentemente ne Il racconto dei racconti di Matteo Garrone e che vedremo a breve nel nuovo film di Xavier Dolan At The End of The World e nel nuovo capitolo della saga di Jason Bourne, prova a far aprire gli occhi sulla realtà: “una ragazza di diciotto anni è già donna. Noi uomini siamo diversi, io a cinquant’anni forse sono quasi maturo”. Cassel tesse le lodi del gentil sesso – “Voi donne siete più intelligenti, più mature” – eppure se si presentasse una situazione a parti invertite rispetto a film, con una rapporto tra una donna cinquantenne e un ragazzo più giovane, la reazione sarebbe la stessa ma il ragionamento da fare differente. “C’è un problema fisiologico. C’è più probabilità di un futuro insieme per una coppia formata da un uomo di cinquant’anni e una ragazza di diciotto, perché possono incontrare meno difficoltà nell’avere un bambino. Un ragazzo di diciotto con una donna di cinquanta ha pochissimo tempo. Sì, siete più intelligenti, più mature, ma purtroppo c’è un orologio biologico”.
Ed ecco che l’argomento si sposta sull’essere genitori. Nel film vengono descritti due tipi diversi di padre: Antoine, interpretato dal François Cluzet di Quasi amici, eccessivamente protettivo, e Laurent, impersonato da Cassel, invece più permissivo. “Io mi sento molto simile al mio personaggio – dichiara – sono un padre aperto. Oggi abbiamo la fortuna di poter essere dei papà/mamma. La “femminizzazione” dell’uomo in fondo ha dei risvolti positivi: c’è più vicinanza tra padre e figli rispetto ad una volta. E questo oggi è possibile perché ci sono donne con le palle e uomini con le regole… o senza regole! In ogni caso ho sempre desiderato fortemente che le mie figlie mi conoscessero meglio di come io ho conosciuto mio padre”.
Ma se fossero le sue figlie a ritrovarsi con un uomo molto più grande di loro, reagirebbe male come il personaggio di Cluzet nel film? “Non lo so, spesso nella vita mi è capitato di reagire in modo diverso rispetto alle mie previsioni”. Viva la sincerità!
di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it
