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Curiosità glamour: gli abiti in e out

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Hanno quasi un secolo, la bellezza di 88 anni compiuti il 28 febbraio. E probabilmente non avrebbero il nome con cui oggi tutti li conoscono, se non fosse stato per Margaret Herrick, impiegata dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, che quando vide la statuetta che ne è diventata il simbolo, disse: “Assomiglia proprio a mio zio Oscar!”.

Il carrozzone della notte degli Oscar, che come da tradizione ha premiato i migliori protagonisti dell’anno cinematografico appena passato, è ripartito. Quei quasi novant’anni non li dimostra affatto, vuoi per qualche operazione di lifting, vuoi per quello scintillio glamour quasi genetico che si porta dietro. Insieme ai bizzarri record che a ogni edizione si ripropone di battere e a una sconfinata carrellata di aneddoti curiosi.

Non tutti sanno ad esempio, che il red carpet su cui sfilano gli ospiti è lungo 500 metri, fece la sua prima apparizione nell’edizione del 1961 condotta da Bob Hope e durante la serata di premiazione vi si avvicendano 400 addetti ai lavori tra fotografi e stampa; o che la storica statuetta è placcata in oro 24 carati, è alta 35 centimetri e vale 295 dollari.

E di stranezze quel tappeto rosso ne ha viste davvero tante: scivoloni, gaffes, paillettes, abiti costosissimi, bellissimi, orrendi. Come quello che lo stilista tunisino Azzedine Alaia realizzò nel 2015 per Lady Gaga; ci vollero due laboriosissime settimane e 25 persone per realizzarlo, ma il risultato fu tragicomico: una mise da sposa effetto bomboniera con abbinato un paio di guanti rossi da cucina… Nel 2001 non avrebbe convinto neanche l’abito da cigno che la cantante Bjork decise di indossare agli Oscar 2001; il ‘Daily Telegraph’ lo elesse “uno degli abiti più indimenticabili di tutti i tempi”, il peggiore di sempre!

Non avrebbe fatto meglio Kim Basinger nel 1990 presentandosi sul red carpet con un vestito da sposa disegnato da lei: imbarazzante. Mentre nel 1986 a fare scandalo ci pensò Cher con una vistosissima parrucca in testa e ombelico in bella mostra, fasciata in un abito nero firmato da Bob Mackie: decisamente bizzarro.

Bisogna andare invece indietro di qualche decennio per ritrovare il buon gusto, e la vecchia Hollywood insegna: indimenticabili Grace Kelly che nel 1955 salì sul palco per ritirare l’Oscar (per “La ragazza di campagna”) con uno splendido vestito acquamarina disegnato da Edith Head, e Elizabeth Taylor in Dior nel 1961, in occasione dell’Oscar come migliore attrice per “Venere in visone”.

Era di Givenchy l’abito che Audrey Hepburn indossò alla cerimonia del 1954, l’anno che le valse l’Oscar per “Vacanze romane” battuto all’asta nel 2011 per poco più di 130 mila dollari; mentre in tempi più recenti a dettare stile è senz’altro Cate Blanchett, regina indiscussa del tappeto rosso in un impeccabile look Armani. Stilista amato anche da Angelina Jolie che lo scelse per sfilare sul red carpet del 2012: un tubino nero con spacco e senza spalline bastarono a farne la protagonista di quell’edizione. Il primato dell’abito più costoso spetta invece a Jennifer Lawrence: un Dior Couture da 4 milioni di dollari, color pastello e lunga gonna a palloncino, che nel 2013 le costò uno scivolone sugli scalini del Kodak Theatre poco prima di arrivare sul palco per ritirare la statuetta come Miglior attrice protagonista per “Il lato positivo”.

Di Elisabetta Bartucca per DailyMood.it

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