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Brie Larson: chi è l’attrice premio Oscar per “Room”

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Photo by Jason Merritt – © 2016 Getty Images – Image courtesy gettyimages.com

E’ salita a ritirare il suo primo Oscar sul palco del Dolby Theatre con la semplicità disarmante che ne ha contraddistinto fino ad ora il cammino artistico; ma quella statuetta come Miglior Attrice Protagonista in “Room”, madre coraggio accanto al meraviglioso enfant prodige Jacob Tremblay, Brie Larson se l’è guadagnata giorno dopo giorno in vent’anni di tenace e silenziosa carriera.

Classe 1989, forse qualcuno la ricorderà quando appena quattordicenne si ritrova a interpretare la sorella di Beverly Mitchell nel film tv della Disney “Right on track” (2003), anche se ai riflettori Brie si abitua sin da bambina: precocissima, a sei anni diventa la più giovane studentessa dell’American Conservatory Theater di San Francisco e a nove debutta al “Tonight Show”.

“Avevo tre anni quando dissi a mia madre che sapevo quale sarebbe stato il mio destino e che avrei voluto fare l’attrice”, racconta, e così è stato. Dopo una serie di apparizioni che rimangono però marginali e disimpegnate (“Sleepover”, “Tanner Hall – Storia di un’amicizia”, “Just peck”) nel 2007 si impone all’attenzione della critica con la commedia generazionale “Remember the Daze”, dove secondo ‘Variety’ “ruba la scena” alle compagne di set Amber Heard e Leighton Meester.

Dal 2009 invece, nei panni della figlia ribelle di Toni Colette, diventa presenza fissa nella serie targata Showtime “United States of Tara”, creata da Diablo Cody sulla base di un’idea di Steven Spielberg.

L’ascesa continua e Brie passa da una commedia all’altra ma sempre in ruoli minori: è una svampita teenager che flirta con Ben Stiller ne “Lo stravagante mondo di Greenberg” (2010), una seducente rock star, Natalie “Envy” Adams, ex fidanzata di Michael Cera in “Scott Pilgrim vs the World” (2010), e nel 2012 è la liceale Molly Tracey in “21 Jump Street”. Ma è solo l’anno successivo che riceve il primo riconoscimento in un ruolo drammatico: l’indipendente “Short Term 12” la sdogana dai toni più leggeri dei precedenti film. Fino alla consacrazione nel 2015 con “Room” che rivela pienamente il suo talento; non ha avuto la stessa fortuna sul versante musicale, che l’ha vista protagonista nel 2005 con l’album “Finally Out of P.E.”, un flop di 3500 copie vendute, che non le ha impedito di sfoggiare però le sue doti canterine in “Scott Pilgrim vs. the World”, dove canta uno dei brani della colonna sonora. Ad attenderla la prova del prossimo remake di “King Kong” e qualcuno già scommette su di lei definendola la nuova Jessica Lange.

di Elisabetta Bartucca per DailyMood.it

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