«Perché ho smesso di dipingere? Io non ho mai smesso. Mi dipingo le unghie e gli occhi tutti i giorni».
La capacità di Warhol di sconvolgere le convenzioni dell’arte, dalla concezione delle opere fino alla loro rappresentazione è ormai nota a chiunque. Ma in un’immagine particolare si condensa la componente seriale del “Pope of the Pop”: il tema dell’ombra moltiplicato in 120 tele serigrafate, 17 colori diversi, per una superficie lineare di oltre 130 metri. Dimensione che sembra non possedere inizio né fine, nella sua volontà di oltrepassare i limiti artistici dello spazio e del tempo.
“130 metri di follia”. Così è stata definita una delle opere protagoniste della mostra “Warhol Unlimited”, in corso al Museé d’Art Moderne di Parigi fino al 7 febbraio 2016. Un’installazione che occupa un’area di 700 metri quadrati e che abolisce in toto i perimetri del quadro e del ritratto, reinventando completamente la percezione artistica e sensoriale dello spazio e del tempo. Non solo l’immensità della stanza in cui le ombre sono conservate merita il viaggio, la mostra regala moltissimo per gli amanti delle reinvenzioni Pop dell’artista di Pittsburgh: lo spettatore, fra stordimento e curiosità, è obbligato a lasciarsi sommergere da una quantità straordinaria di opere, messe quasi tutte in serie. Il percorso della mostra apre le porte alla serialità, alla ripetizione dell’oggetto, dell’istante. Per comprendere non solo quest’opera ma anche tutto il senso dell’esposizione del MaM di Parigi dobbiamo fermarci a considerare il tempo in cui l’artista vive. Un tempo controverso, che impone limiti e regole, fermento, trasgressione e rinnovamento. Proprio attraverso le sue “Shadows”, il visitatore riflettere su queste differenti tendenze. Questo capolavoro rappresenta il cuore dell’esposizione ed è affiancato da altre opere più vecchie dell’artista che mettono in evidenza alcuni dei temi fondamentali della produzione di Warhol, come la ripetizione e la variazione, dalle Jackies ai Maos. I visitatori possono ammirare lavori celebri come le lattine Campbell, Marylin e molti altri soggetti immortalati dall’artista ed entrati di getto nel panorama culturale del mondo contemporaneo.
Questa sequela apparentemente infinita e molto suggestiva, dona un effetto onirico e trasporta immediatamente lo spettatore in un mondo psichedelico, quello della pop art. Contestato, lodato, criticato, omaggiato, Warhol riesce sempre a donarci qualcosa di nuovo che, ogni volta, si riformula attraverso visioni diverse, fuori dagli schemi, imponendosi come l’artista della dismisura. A distanza di quasi tre decenni dalla morte, il re del pop continua a ingannarci con la promessa di una seducente facilità, mosso dal desiderio di conquistare platee planetarie e diventare il blockbuster che in effetti è diventato. Se siete di strada verso Parigi, non perdetevi questo viaggio. Senza limiti, senza arrivi o partenze. Percezione pura.
Vademecum:
Parigi // fino al 7 febbraio 2016
Warhol Unlimited
a cura di Sébastien Gokalp e Hervé Vanel
MAM – MUSÉE D’ART MODERNE DE LA VILLE DE PARIS
www.mam.paris.fr
Credits Image:
Andy Warhol (1928-1987), Shadows, 1978-79
Vue d’exposition/Installation view, Warhol Unlimited, au Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, 2015
© Courtesy Dia Art Foundation, New York
© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / ADAGP, Paris 2015
© Pierre Antoine
Andy Warhol (1928-1987), Silver Clouds
Vue d’exposition/Installation view, Warhol Unlimited, au Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, 2015
© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / ADAGP, Paris 2015
© Pierre Antoine
Andy Warhol (1928-1987), Electric Chair
Vue d’exposition/Installation view, Warhol Unlimited, au Musée d’Art moderne de la Ville de Paris, 2015
© The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / ADAGP, Paris 2015
© Pierre Antoine
di Valeria Ventrella per Dailymood.it
