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Riccardo Scamarcio: “Tra padre e figlio conta solo l’amore”

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Un padre a cui viene sottratto il figlio dalla moglie e che fa di tutto per andarselo a riprendere dall’altra parte del mondo: è questo il nuovo intenso personaggio interpretato da Riccardo Scamarcio sul grande schermo. La prima luce, ultima fatica del regista Vincenzo Marra presentata nelle Giornate degli autori di Venezia 72, è l’indagine di una realtà quasi “nascosta” della nostra società, che restituisce l’assoluta verità dei sentimenti e delle dinamiche che purtroppo la animano. L’autore e gli interpreti (insieme a Scamarcio troviamo una bravissima Daniela Ramirez), appena sbarcati al Lido, hanno parlato della pellicola, della loro esperienza sul set e hanno riflettuto su questo dramma contemporaneo che coinvolge molte famiglie.

Da dove nasce la necessità di raccontare questa storia?
Vincenzo Marra: Il film nasce da una paura. Io stavo per diventare papà e in un bar di Trastevere incontrai un ragazzo che mi disse che voleva raccontarmi la sua storia. Mi raccontò che un giorno tornò a casa e non trovò più la moglie e il figlio e che ci mise più di un anno per ritrovarli. Allora è successo qualcosa dentro di me. Da una parte c’era un “prurito” inarrestabile per una storia cinematografica molto appetibile, che portava con sé il germe di un tema moderno ancora non esplorato, dall’altra c’era una mia paura: e se succedesse anche a me? Così mi sono interessato a questo grande tema, inquietante, spiazzante. Il film vuole trasmettere attraverso questa storia il bene prezioso che rappresenta un figlio, un bene che va al di là di ogni confine. Solitamente per “prima luce” s’intende il momento in cui nasciamo. Ma è una luce che non ricordiamo. Per cui mi piace pensare che la vera prima luce per un essere umano è quando si diventa genitore. Perciò ho scelto questo titolo.

Riccardo, il tuo è un ruolo molto intenso. Perché hai scelto di interpretare questo personaggio e cosa ci hai messo di tuo?
Riccardo Scamarcio: Prima di leggere la sceneggiatura ho incontrato Vincenzo. In questo incontro mi sono sentito studiato, analizzato, ma ho capito che c’era nei suoi occhi una necessità autentica di voler raccontare questa storia. E anche l’approccio non convenzionale, molto diretto, con cui si è rapportato da subito con me mi è piaciuto. Questa mia sensazione iniziale è stata poi confermata e si è fatta sempre più forte. E’ stato un ruolo molto difficile, ma lavorare con Vincenzo e con Daniela Ramirez è stato bello ed intenso. E’ stata un’esperienza che mi ha dato molto.

Daniela, il tuo personaggio all’inizio risulta molto sgradevole. Che opinione hai di lei?
Daniela Ramirez: E’ una donna forte, che ha deciso per se stessa e per suo figlio, che vuole avere una propria vita. E’ allo stesso tempo una donna depressa e malinconica, che non riesce a sostenere la sua vita in Italia. Penso che dal film arrivi questo suo stato d’animo, questa sua angoscia. E non credo che si possa crescere un figlio con questa tristezza dentro.

Daniela è mamma, mentre tu, Riccardo, ancora non sei padre. Come ti si è preparato a questo ruolo?
Riccardo Scamarcio: Non sono ancora padre, ma inevitabilmente sono figlio, e il rapporto con mio padre è una cosa importante nella mia vita. Quindi nel film ho fatto appello alla mia memoria di figlio e ho guardato al piccolo Gianni attraverso gli occhi di mio padre. E’ chiaro, ho dovuto ripescare tra sensazioni ed emozioni. Per vivere appieno questa esperienza e fare questo film, ho parlato a lungo con Vincenzo e ho incontrato anche dei padri che si trovano in questa situazione. Mi sono immedesimato in loro e sul set ho avuto anche reazioni inaspettate, di vero smarrimento, E’ stata un’esperienza molto intensa, grazie alla quale ho indirettamente vissuto emozioni molto forti. Quando avrò un figlio, penso che sarà proprio così.

Che ne pensi della realtà raccontata nel film? Pensi che un padre possa assumersi anche il ruolo di madre?
Riccardo Scamarcio: E’ ovvio che sia preferibile che ci siano entrambi i genitori. Ma non sempre è così, e a volte lo è per cause di forza maggiore. I bambini cresciuti con un solo genitore non sono figli peggiori di altri. Tecnicamente parliamo di essere umani, e nel rapporto tra bambini e genitori conta solo l’amore, l’affetto, la sincerità, la capacità di trasferire ai propri figli i valori su cui si fonda la nostra cultura e la nostra società.

Riccardo, sei un habituè qui a Venezia. Che rapporto hai con questa città e con la Mostra del Cinema?
Riccardo Scamarcio: Mi ricordo quando ho girato un film qui a Venezia. Un giorno mi sono svegliato molto presto e alle cinque di mattina sono andato in piazza S. Marco. Era vuota, non c’era nessuno. Era splendida. E ho pianto. Per quanto riguarda la Mostra, credo sia ancora molto importante, ma lo Stato italiano dovrebbe sostenerla di più.

Qual è il tuo prossimo progetto?
Riccardo Scamarcio: A breve uscirà Adam Jones, dove interpreto uno chef italiano. E’ una commedia in cui mi vedrete con Bradley Cooper.

Di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

Photo Credit: Paco Cinematografica

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