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Jennifer Jason Leigh: “Anomalisa? Che difficoltà cantare in italiano”

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Serio candidato alla vittoria finale, Anomalisa segna il ritorno dietro la macchina da presa per il geniale sceneggiatore americano Charlie Kaufman (Essere John Malkovich, Se mi lasci ti cancello). Film d’animazione, girato con la tecnica della stop-motion, racconta della depressione e della confusione di un genio del customer service che vive a Cincinnati. Sorprendente e mai banale, Anomalisa è stato accompagnato dal Lido dallo stesso Kaufman, dal co-regista Duke Johnson, e dai doppiatori Tom Noonan e Jennifer Jason Leigh. Assente David Thewlis, che dà voce al protagonista.

Una domanda per gli interpreti. Il film è tratto da un piece teatrale dello stesso Kaufman che avevate portato in scena voi stessi. Com’è stato il passaggio dal teatro all’animazione?
Jennifer Jason Leigh: Lo spettacolo era un vero evento teatrale. Abbiamo provato per una settimana e poi siamo andati in scena per due sere a Los Angeles. E’ stata un’esperienza un po’ stressante, mentre per il film abbiamo lavorato con più calma e tranquillità.
Tom Noonan: Io do voce a diversi personaggi. Quando recitavamo a teatro, il pubblico ovviamente mi vedeva e sapeva che avrei interpretato più voci e potevo inventarmi tanti accenti diversi. Nel film, invece, dato che si tratta d’animazione, il rischio era confondere gli spettatori, e quindi ho cercato di limitare questi cambiamenti e ho cercato di rimanere fedele alla mia voce.

Che difficoltà avete incontrato nell’interpretare questo film?
Jennifer Jason Leigh: La maggior difficoltà l’ho incontrata nel canto, soprattutto per le canzoni in italiano e in giapponese. Per il resto non è stato molto difficile. Charlie scrive così bene che non bisogna fare altro che recitare i suoi dialoghi. Anzi, quando ti trovi di fronte ad una sceneggiatura così, non è neanche necessario recitare. Basta esserci.
Tom Noonan: Differenziare le varie voci è stato molto difficile, è stato necessario un lavoro interiore non indifferente. Il passaggio dal palcoscenico al film è stato complicato. Con l’animazione ti senti mutilato, privato del tuo corpo. Così ho dovuto reinventarmi.

Charlie Kaufman, in questo film prevale il tema della voce, ma ci sono tutte le ossessioni che caratterizzano il suo cinema…
Charlie Kaufman: Il tema della voce è chiaramente una metafora, ma non mi piace spiegare i miei film. Allo spettatore non bisogna insegnare o dire nulla. Se spiegassi il mio film influenzerei l’esperienza della visione, falsificandola.
Perché la scelta della stop-motion?
Duke Johnson: Lavoravo in uno studio d’animazione quando mi è capitata sotto mano la sceneggiatura di Anomalisa. Ho pensato subito che fosse perfetta per la stop-motion data la sua natura onirica. Credo che fosse logico fare così il film. La scelta dei pupazzi così realistici è dovuta al fatto che non volevamo sembrare qualcosa che non sono. Volevamo dei personaggi più caldi, calorosi.

di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

Photo Credit: Federica De Masi per DailyMood.it

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