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Day 5: Tilda Swinton, Shia LaBeouf e il cinema italiano

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I fischi erano immaginabili, dato che non è mai veramente sbocciato l’amore tra il regista Luca Guadagnino e la stampa italiana. La critica straniera invece ha gradito e non poco, così come era successo per il suo precedente film Io sono l’amore, che l’aveva portato ad aggiudicarsi il titolo di nuovo “Visconti” sulle pagine dei giornali americani. A Bigger Splash, nuova fatica dell’autore siciliano, ha quindi diviso e non poco. Il cast, capeggiato dalla fedelissima Tilda Swinton e composto da Dakota Johnson, Ralph Fiennes, Matthias Schoenaerts e Corrado Guzzanti, ieri sera ha infuocato il red carpet, ma ieri mattina, alla proiezione riservata agli addetti ai lavori, i ‘buuu’ non si sono fatti attendere quando sono iniziati i titoli di coda, e i pochi, ma convinti – bisogna ammetterlo – applausi sono stati letteralmente azzittiti dai versi di dissenso.

Peccato, perché dopo l’exploit americano del film del 2009, ci si aspettava un certo ripensamento da parte della critica nostrana nei confronti di Guadagnino. Evidentemente così non è stato, ma poco male dato che gli attori hanno garantito e garantiranno comunque grande visibilità internazionale alla pellicola e che i siti dei bookmakers danno già A Bigger Splash tra i seri papabili candidati per i prossimi Oscar. Swinton, Fiennes e la Johnson non sono stati però gli unici protagonisti della giornata. Ad attirare i flash e ad entusiasmare la folla è sbarcato in laguna Shia LaBeouf, protagonista del drammatico Man Down, firmato dal regista americano Dito Montiel e presentato nella sezione Orizzonti. Quest’ultimo che aveva già diretto il divo di Transformers in Guida per riconoscere i tuoi santi, presentato nel 2006 proprio a Venezia, ha realizzato un’opera coraggiosa e molto particolare, che racconta dello stress post-traumatico che vivono i soldati di ritorno dal fronte.

Sempre in Orizzonti, ieri è stato il turno di Pecore in erba di Alberto Caviglia, una divertente satira portata avanti come un falso documentario. Un film che è già un cult qui al Lido. Non solo per la cospicua presenza di star italiane (nella pellicola appaiono Carolina Crescentini, Vinicio Marchioni, Francesco Pannofino, Paola Minaccioni e tanti altri), ma soprattutto per la forza del protagonista interpretato da Davide Giordano. Il giovane attore, sullo schermo, è Leonardo, un personaggio affetto da un gene antisemita che non parla e che diventa una star internazionale. Giordano ha messo in piedi un vero e proprio show in conferenza stampa, non uscendo dal personaggio del film e quindi non proferendo verbo. Un momento fresco e divertente che ha sicuramente segnato la giornata.

La sera, a conclusione di giornata, si è tenuta la cerimonia di consegna dei premi Kinèo per il cinema. L’evento, organizzato da Tiziana Rocca, ha portato al Lido decine di star italiane ed internazionali: Nastassja Kinski, Rupert Everett, Alba Rohrwacher, Francesco Scianna, Monica Guerritore, Jasmine Trinca. Madrine della serata Giorgia Surina e Gabriella Pession. Tenutasi nella splendida cornice della spiaggia dell’hotel Excelsior, la cerimonia ha rappresentato uno degli eventi più glam di questi giorni ed anche, anzi soprattutto, una preziosa vetrina per il cinema italiano.

Infine, due note. Prima di tutto, va segnalata una delle sorprese del concorso di Venezia 72, e cioè il francese L’hermine, intepretato da un fantastico Fabrice Luchini; e poi, last but not least – è il caso di dirlo – la presenza al festival di Lina Wertmuller. La grande, anzi mitica, regista italiana, giunta al festival per presentare il documentario di Valerio Ruiz a lei dedicato, Dietro gli occhiali bianchi, è apparsa più in forma che mai. In mezzo al circo di dive, divette e avvenenti figure femminili che regala la Mostra di Venezia, lei, alla “tenera” età di 87 anni, risulta ancora la più pimpante, la più trendy e la più cool di tutte. Chapeau!

Di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it

Photo Credit: Federica De Masi per DailyMood.it

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