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Audrey Hepburn, Our Fair Lady

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Esistono divinità e icone di un mondo lontano che ancora vivono tra noi, anzi galleggiano sopra di noi, mantenendo brillante la loro aura, nonostante il loro tempo, per loro, si sia ormai fermato. Non esiste oblio. Per queste stelle esiste solo la memoria. Indelebile. Intramontabile. Eterna. Impossibile non notarla, in un’epoca in cui i modelli si chiamavano Marilyn Monroe e Rita Hayworth. Audrey era diversa e forse per questo così sublime. Un simbolo di eleganza e virtù. Icona di bellezza e stile da decenni, la Hepburn continua a essere fonte di ispirazione dei tempi moderni. Elegante, semplice e affascinante. Per celebrarla, la National Portrait Gallery di Londra le dedica una mostra, intitolata “Audrey Portraits of an Icon“, per raccontare volti ed espressioni inedite della grande diva di Hollywood. Richard Avedon, Terry O’Neill, Norman Parkinson, Cecil Beaton e Irving Penn sono solo alcuni dei fotografi che hanno avuto la fortuna d’immortale la bellezza di Audrey Hepburn.

Ammirata dalla critica, apprezzata dal pubblico, recitò accanto a Fred Astaire, Gary Cooper, Humphrey Bogart, venne scelta dalla scrittrice Colette come protagonista per la sua commedia “Gigi”, fu fonte di ispirazione per il suo grande amico, lo stilista Givenchy. Fu lui esaltare al massimo la sua femminilità, rendendola un’icona di stile. Dagli esordi come ragazza del coro nel West End londinese fino al suo lavoro filantropico degli ultimi anni, “Portraits of an Icon” celebra una delle star più celebri e fotografate della storia. Momenti della vita privata, immagini dal set e ritratti dello sguardo diventato memorabile, copertine di riviste d’epoca, foto di scena e materiale d’archivio straordinario: questa mostra racconta la donna e la star. Rispolvera alcuni momenti cinematografici indelebili, come il ruolo di Holly Golightly, in Colazione da Tiffany. Fu proprio questo film, negli anni ‘60, a consacrare il Little Black Dress come un capo indispensabile e sinonimo di lusso ed eleganza raffinata. Scatti che raccontano la sua bellezza “imperfetta” perché tale la definiva Audrey. “Si guardava allo specchio e diceva di non capire perché gli altri la trovassero così bella. Lei pensava di avere il naso e i piedi troppo grossi, poco seno, e di essere troppo magra”. Eppure al mondo interno è sempre apparsa bellissima, con quello sguardo da cerbiatta, punto di forza del suo viso passato nella storia.

• Londra, National Portrait Gallery
• Fino al 18 ottobre 2015

Di Valeria Ventrella per DailyMood.it

Photo Credit: www.npg.org.uk – www.facebook.com/nationalportraitgallery?fref=photo

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