Il punto di partenza della visione può essere letterale o astratto: una pittura, un colore, il pensiero di qualcuno, un gesto, un odore, un fiore, tutto, insomma. Quello che importa è il percorso che si snoda a partire da quel primo lampo di ispirazione fino alla collezione. Il NY Times lo descrive come uno degli stilisti più cerebrali del suo tempo.
Inspirations è il titolo dell’esposizione che celebra la creatività del designer belga Dries Van Noten.
Un percorso che si dirama attraverso quelli che sono stati gli spunti, le riflessioni, i “coups de coeur” e i lavori che hanno nutrito la sua fantasia e alimentato la sua carriera. Il mondo creativo dietro alle collezioni dello stilista fiammingo è ampiamente variegato, dalle reminiscenze esotiche nate da viaggi intrapresi tra India, Cina, Africa e Messico, alle pietre miliari nella storia del cinema, Kurbrick e Campion in prima fila, passando per celebri artisti quali Bronzino, Kees Van Donge e Francis Bacon. Ci sono le sfumature di rosso di Mark Rothko, l’iconografia mistica di Jimi Hendrix, l’optical psichedelico di “Arancia Meccanica” e le atmosfere romantiche di “Lezioni di Piano”. C’è l’oro spaziale di Thierry Mugler e quello raffinato di Coco Chanel, lo chemisier ricoperto di farfalle di Elsa Schiaparelli e l’abito che sembra un bouquet di rose di Cristobal Balenciaga. In mezzo a loro, perfettamente calati nell’ambiente, spiccano le creazioni di Dries Van Noten, sistemate su manichini neri, per non turbare l’effetto cromatico.
Nel Fashion Museum di Anversa una mostra anticonvenzionale svela singolarità e ricchezza semantica in dialogo, senza soluzione di continuità, tra lo stesso Dries Van Noten e i pezzi iconici di grandi maestri che lo hanno ispirato. Analogie e contraddizioni delle sue creazioni e del suo estro creativo. L’ambiguità, l’androginia e la provocazione (sessuale) si mescolano ad atmosfere quasi surreali dai colori accesi e a universi gotici immersi nella luce. Oscar Wilde e il Duca Bianco David Bowie ma anche Luchino Visconti o il giornalista inglese Hamish Bowles: dandy, contemporanei o del passato, dalla bellezza efebica e delicata si susseguono in una carrellata di meraviglie. Le sue collezioni riflettono il sogno di una notte, la suggestione di un momento di fantasticheria, un’immagine, come le fragili e preziose ali di una farfalla, i riflessi azzurri di una grotta a Capri. Il maestoso stilista belga è un eccentrico, nel più puro senso del termine: la sua moda nasce da luoghi e sensazioni molto diversi. Il suo stile è onnivoro, ma capace di mantenere sempre intatta la propria identità.
Ogni pezzo da collezione è letteralmente ammassato, trasmettendo così all’osservatore l’idea di trovarsi in una vera e propria camera dei ricordi, piena zeppa di souvenir e pezzi di storia personale. Da qualche parte, nella sua tavolozza, spuntano l’oro, opulento fino alla sfacciataggine, i fiori che spaziano dalla natura morta fiamminga alla sarabanda anni Settanta, i grafismi, le suggestioni d’Asia e d’Africa. La Mostra di Parigi è una festa per gli occhi e per lo spirito che lascia appagati e pieni di gioia: il genio dello stilista fiammingo sta anche in questo.
Credit Photo: Koen de Waal
di Valeria Ventrella per DailyMood.it
Vademecum:
Dries Van Noten. Inspirations
Quando: fino al 19 luglio 2015
Dove: MoMu – Fashion Museum di Anversa.