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Glamour

La magia di un tappeto rosso…

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Anastasiya, qui“- sento da qualche parte nella folla di fotografi. Mi giro, sparo una posa, sorrido ai flash. Un altro momento è catturato. Benvenuti al mio red carpet alla Festa del cinema di Roma!

Da piccola, non credo di aver mai perso un solo tappeto rosso in TV. Da quello dei Grammy Awards a quello del Festival di Cannes fino alla Festa di Roma, li ho guardati tutti! Nella mia testa il red carpet di un evento internazionale è sempre stato un posto magico dove prima o poi sarei voluta essere. Li guardavo come una bambina con la bocca aperta e gli occhi che luccicano. E persino attraverso il piccolo schermo potevo quasi sentire i profumi, l’eccitazione e i clic delle macchine fotografiche. Wow! Che posto! Mi immaginavo di essere intervistata, di posare davanti agli obiettivi di cameramen e fotografi e di camminare su quel magico tappeto rosso. Giocavo a casa per ore, facendo finta di essere quella ragazza che sfilava sotto i riflettori, indossando un vestito lungo di mia madre e le sue scarpe, per me enormi. Lo sognavo, ma in qualche modo sapevo che un giorno quella sarebbe stata la mia realtà.

E così facciamo un veloce salto in avanti e torniamo ad oggi. O meglio, al 3 novembre. Ed eccomi qui, alla Festa del Cinema di Roma. Il mio look della serata è da “Ice Queen”. Capelli tirati all’indietro: fatto. Trucco effetto bagnato: fatto. Abito stupefacente firmato Antoinette Dema e scelto dal genio creativo di Andrea Algieri: fatto. Qualche istante in più per controllare il tutto e… sono pronta.
Prendo l’ascensore, cammino per la spaziosa hall dell’Auditorium di Roma ed esco fuori. Ancora pochi passi e sono lì, di fronte al tappeto rosso. L’eccitazione è palpabile. Le persone cominciano ad avvicinarsi, a chiedermi foto e mi piacerebbe avere abbastanza tempo per concedermi a tutte le persone che mi fermano. Ma è il momento di andare: la sicurezza apre l’ingresso e mi ritrovo sul red carpet.

Come posso descrivere cosa significa per me questo momento? Il sogno di una bambina nata a migliaia e migliaia di chilometri di distanza stava per realizzarsi. E tutto stava succedendo nella mia città preferita, Roma, la più bella del mondo. Il mio amore per la Città Eterna è infinito. Potrei scrivere milioni di libri e lettere d’amore a questa città, eppure nessuna parola riuscirebbe a descrivere fino in fondo tutte le emozioni che provo per Roma. E’ l’amore più grande della mia vita e sfilare sul red carpet del festival cinematografico di questa città significava molto per me.
Camminare sul tappeto rosso e rilasciare interviste mi ha dato la possibilità di godermi tutta l’energia e l’atmosfera del Festival, ma il momento più importante di questa esperienza è stata ritrovarmi davanti al muro dei fotografi.
Per chi ama essere fotografata, questo è il posto perfetto per eccellenza. File di fotografi, flash… e per qualche istante, o forse qualche minuto, vai a creare l’immagine di te che vuoi che il mondo veda. Tutto inizia così all’improvviso e termina così bruscamente che quasi vuoi tornare indietro e farlo di nuovo. Forse vale solo per me, ma vi assicuro che è una sensazione unica.

Questa esperienza rimarrà sempre indimenticabile per me, ma spero anche che questa storia possa essere di ispirazione per tutte voi, che vi possa spingere a credere nei vostri sogni, anche se a volte possono sembrare del tutto irrealizzabili.

Mi piace citare una frase che lessi una volta: “Se non sogni in grande per te stessa, chi lo fa per te?”. Per cui sognate sempre in grande, credete in voi stesse, nelle vostre azioni e nelle vostre idee, siate sempre determinate, e ogni singola cosa che desiderate ardentemente in questo mondo sarà vostra. Siete voi la vostra ispirazione: scrivete la vostra storia, camminate ogni giorno su questo pianeta come se steste camminando su un tappeto rosse e sempre, sempre, sempre STAY FABULOUS!

Look by ANTOINETTE DEMA (Stylist: Andrea Algieri)

di Anastasiya Craze per DailyMood.it

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Eventi

Picasso come mood: la metamorfosi della figura

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Picasso, oltre Picasso. Picasso come mood nell’arte? L’eredità spirituale di Pablo Picasso nei suoi disegni sulla figura umana ed il suo senso antropologico in mostra a Milano presso il Mudec ne danno sicuramente testimonianza. Un percorso espositivo davvero suggestivo che , visitabile dal 22 febbraio fino al 30 giugno 2024 , chiude idealmente le celebrazioni del 50° anniversario della morte di Pablo Picasso. Il titolo della mostra è evocativo: PICASSO. LA METAMORFOSI DELLA FIGURA ed è a cura di Malén Gual e Ricardo Ostalé. Una mostra “evoluta” anche nella prestazione delle sezioni ed all’avanguardia nella presentazione del numero di accostamenti con l’arte africana per amplificare quel senso “antropologico” del lavoro di Picasso che non può lasciare indifferenti. Sguardo aperto su disegni, quadri, sculture, dove quel senso di “malagueno”, ovvero di appartenenza alla terra spagnola del sud di Malaga, esplode , rivendicando le radici di quell’arte che, fondamentalmente, è Pablo Picasso: passione per la luce ed i colori, nella sua profonda disgregazione delle forme quasi in assenza di gravità delle figure e dei corpi, come le immagini dei video finali sul lavoro di “light art” di Picasso ed alcune opere di arte africana contemporanea a lui ispirata, mostrano concludendo degnamente una mostra intensa e molto espressiva su quella arte “primitiva” che tanto lo ispirava era, in fondo, un desiderio di “aprire nuove strade”.
Come sottolinea il comunicato stampa infatti: “Picasso non vedeva un ‘prima’ e un ‘dopo’ nell’arte, non c’era un’arte “altra”, “diversa”: Picasso la concepiva come un Tutto senza tempo. “Non c’è né passato né futuro nell’arte. – amava sottolineare – Se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non ha significato”. Pablo Picasso mostrò sempre un profondo rispetto per le manifestazioni artistiche di altre culture e di altri tempi e seppe, più di ogni artista della sua generazione, comprenderle e reinventarle con il nobile scopo di dare un impulso e un nuovo percorso di esplorazione all’arte universale. Il MUDEC propone al pubblico di leggere la ricchissima produzione di Picasso – dalle opere giovanili fino alle più tarde – alla luce del suo amore per le fonti artistiche ‘primigenie’, per l’‘arte primitiva’, e racconta questa costante rielaborazione intellettuale e l’eredità artistica della sua visione attraverso un grande progetto espositivo, appositamente pensato per essere ospitato nel cuore del Museo che racconta le culture del mondo e la loro reciproca e costante influenza. È importante infatti far conoscere al pubblico come Picasso abbia colto l’essenza e il significato di altre fonti artistiche e le abbia assimilate nella sua produzione per tutta la vita, dal 1906 – anno fondamentale per la sua produzione – fino agli ultimi lavori degli anni Sessanta”. E la mostra, vi riesce appieno.
Grazie ad un allestimento essenziale ma non affatto scarno, il visitatore viene accolto nell’arte di Picasso quasi come una sintesi ed una evoluzione del suo talento grazie alla videoinstallazione, in particolare nella sezione sull’arte “nera”,  dando voce allo stesso concetto che espresse , in fondo, Picasso: : “Quando ho scoperto l’arte nera, quarant’anni fa, e ho dipinto le opere che chiamano appunto del periodo della mia «arte nera», era per oppormi a quello che chiamavano ‘bellezza’ nei musei. In quel momento, per la maggior parte delle persone, una maschera nera era solo un oggetto etnografico. Quando sono andato per la prima volta con Derain al museo del Trocadero, un odore di muffa mi ha preso alla gola. Ero così depresso che avrei voluto andarmene subito. Ma mi sono forzato a restare. […] E allora ho capito che questo era il significato stesso della pittura. Non è un processo estetico; è una forma di magia che si interpone tra l’universo ostile e noi, un modo di catturare il potere, imponendo una forma alle nostre paure come ai nostri desideri. Il giorno in cui ho capito questo, ho saputo di aver trovato la mia strada.” (Françoise Gilot e Lake Carlton, Vivre avec Picasso).
Una mostra che merita di essere, vista proprio per questa capacità di esporre Picasso oltre Picasso stesso e che si avvale di un catalogo molto ben realizzato che testimonia , in fondo, il perchè ora si può sempre più dire, a cinquanta anni dalla morte dell’artista che esiste anche un “prima e dopo Picasso” .
di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

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Eventi

BECAUSE YOU ARE A WOMAN Fotografie di Dina Goldstein, Maurizio Forcella, Keila Guilarte e Donatella Izzo

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In occasione della XIII Edizione di MIA PHOTO FAIR, la prima e più importante fiera d’arte dedicata alla fotografia in Italia, in programma all’ALLIANZ MiCo MILANO CONGRESSI dall’11 al 14 aprile 2024, Tallulah Studio Art presenta BECAUSE YOU ARE A WOMAN. Un progetto speciale, a cura di Patrizia Madau e Rebecca Delmenico, sviluppato attraverso l’accostamento visivo di quattro artisti della fotografia: Dina Goldstein, Maurizio Forcella, Keila Guilarte e Donatella Izzo. Ciascuno di loro esprime con stili differenti l’identità femminile e il suo cambiamento.

BECAUSE YOU ARE A WOMAN è lo sguardo sulle donne, il racconto delle loro suggestioni etiche, morali, amorali, contemporanee e i relativi contrasti sociali e culturali. Nella prospettiva di questi artisti la donna si libera di tutta una serie di imposizioni legate alla cultura occidentale, dove bellezza, giovinezza e ricchezza, veicolate da una perfetta apparenza, sono sinonimo di felicità. Una narrazione sull’universo femminile dove le donne vengono celebrate per la forza che dimostrano quotidianamente, per il loro essere indipendente di fronte alle sfide poste dalla contemporaneità.

Dina Goldstein (Tel Aviv, 1969) è nota a livello internazionale per le sue serie fotografiche, che si sviluppano in elaborate tableaux, in cui l’artista, con un linguaggio pop e irriverente, muove una critica sociale mostrando la propria versione degli archetipi della cultura di massa occidentale. Con le sue graffianti opere, Dina Goldstein affronta il cambiamento sotto diversi aspetti. Attraverso un racconto ironico e tagliente nella serie “In the Dollhouse” la fotografa scoperchia i lati oscuri di una dinamica ormai tossica nel rapporto di coppia, quella tra Barbie e Ken, caratterizzata dall’apparenza e dalla finzione. Con “The Fallen Princess” invece, abbatte il falso mito del “vissero per sempre felici e contenti”, creato da Disney ad uso e consumo di intere generazioni, ricontestualizzando le eroine Disney per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sfide della società contemporanea. Con “The Last Supper” dalla serie “God of Suburbia”, si affronta il cambiamento che la società dovrebbe avere nei confronti delle persone in difficoltà. Nella ricostruzione della cena più famosa della storia religiosa, la Goldstein rappresenta gli apostoli di Gesù come appartenenti a una gang del Downtown Eastside di Vancouver, luogo noto per essere tra i più malfamati e disagiati del Canada. Invece di un banchetto, troviamo lattine di birra vuote e zuppe in ciotole di plastica.

Le donne di Maurizio Forcella (Premio Arte Cairo Editore 2023), sovvertono l’estetica dell’apparenza, decostruendo l’idea di un’estetica contemporanea, dove tutto deve apparire in maniera perfetta, levigata e senza incrinature. Nei suoi ritratti l’artista cerca quell’imperfezione che da sempre è fonte di creatività e innovazione, e la racconta attraverso i volti sinceri, segnati dal tempo. Occhi chiusi, volti rugosi, niente sguardi ammiccanti, né filtri camuffanti: queste sono le signore sognanti di Forcella. Donne gentili, libere che hanno riaffermato per tutte il diritto alla diversità. La lavorazione, affidata alle cosiddette AI-TTI (Ar7ficial Intelligence Text-To-Image), permette di elaborare contenuti fotografici intervenendo su aspetti estetici caratterizzanti e grazie ad un preciso lavoro di post-produzione i risultati sono quelli di una fotografia pittorica.

Il reportage di Keila Guilarte I mille volti dell’Uganda” è stato realizzato in collaborazione con l’associazione To Get There, l’ETS (Ente Terzo Settore) fondata da Massimo Leonardelli e Piero Piazzi, con l’intento di aiutare le persone in difficoltà. Lo sguardo della fotografa cubana ci porta in mezzo a una realtà fatta di povertà e indigenza estrema, incontrando al tempo stesso la forza, la speranza, l’energia e l’attaccamento alla vita di questa popolazione caratterizzata dalla grande dignità. Scatti in bianco e nero, poetici ed evocativi raccontano gli sguardi inconsapevoli dei bambini e omaggiano soprattutto la personalità femminile ugandese, mostrata nella consuetudine di donne, madri e lavoratrici dalla grande tempra e fede.

Donatella Izzo nelle opere “Silent Time” e “She Wanted”dalla serie “No Portrait”, mostra l’anti-ritratto della donna in una società basata sull’apparenza e sulla moda dell’essere perfetti a tutti i costi attraverso i selfie, i filtri e i social. La vera rivoluzione è mostrarsi per quello che si è con le proprie fragilità e imperfezioni, anche dal punto di vista psicologico. Nelle opere della Izzo il viso è parzialmente nascosto per sottolineare l’idea dell’imperfezione che rende unici e fa sì che le personalità emergano scavando nell’io più profondo, andando oltre la superficie.

TALLULAH STUDIO ART
Tallulah Studio Art nasce nel 1999 su iniziativa di Patrizia Madau mente creativa, consulente di arte, design e fotografia. Da sempre alla ricerca di giovani talenti emergenti, dedica attenzione alle proposte delle nuove generazioni, promuovendo forma e materia nel design e nell’arte contemporanea in ogni sua espressione. La forza che contraddistingue Tallulah Studio risiede nella sua continua evoluzione estetica e nell’esprimere sempre concretamente i risultati di una ricerca costante. Patrizia Madau si è appassionata al lavoro di giovani artisti presenti nel recente panorama internazionale come Donatella Izzo, Federico Unia, Federica Angelino, Patrick Corrado, Riccardo Bonfadini, Ian Gamache, Fabio Roncato, Daria Dziecielewska McDouglas, Jono Nussbaum, Jordi Suñé Ferrús, Andrea Floris, Lorenzo Santy.

Dal 1999 ad oggi Tallulah Studio Art ha presentato molteplici mostre di arte, fotografia e design collaborando con artisti di fama internazionale come: Gerry De Bastiano, Melvin Anderson, , Nigel Coates, Michael Roberts, Dusciana Bravura, Dario Zucchi, Giada Barbieri, Gian Piero Gasparini, Thomas Berra, Fabio Roncato, Pier Lorenzo Salvoni, Gian Paolo Barbieri, Donata Clovis, Edland Man, Bruna Rotunno, Piero Figura, Carlo Bevilacqua, Keila Guilarte, Gianluigi Di Napoli, Maurizio Forcella, Dina Goldstein.

 INFORMAZIONI
MIA PHOTO FAIR 2024
ALLIANZ MiCo MILANO CONGRESSI | Via Gattamelata, 13 Milano
Tallulah Studio Art sarà presente allo Stand G005 corridoio G

ORARI
Orari di apertura MIA PHOTO FAIR dall’11 al 14 aprile 2024 | dalle 12.00 alle 20.30
BIGLIETTI ACQUISTABILI SU: MAILTICKET
www.miafair.it
tallulahstudioart.com
+39 3355929562

DINA GOLDSTEIN

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DONATELLA IZZO

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KEILA GUILARTE

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MAURIZIO FORCELLA

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Celebrity

Aaron Taylor-Johnson è il nuovo ambassador delle fragranze Giorgio Armani Acqua di Giò

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Giorgio Armani è lieta di annunciare che l’attore inglese Aaron Taylor-Johnson sarà il nuovo ambassador delle fragranze ACQUA DI GIÒ. Aaron Taylor-Johnson sarà protagonista di una campagna che debutterà il 26 febbraio.

Acqua di Giò incarna un modo di intendere la mascolinità che è insieme libero, sensibile e avventuroso. Sono caratteri che Aaron trasmette con i suoi gesti e con la sua fisicità. È stato proprio questo equilibrio di mente e corpo a convincermi che fosse la persona giusta per rappresentare la fragranza. Aaron ha un’intensità e una bellezza attuale e consapevole”, ha dichiarato Giorgio Armani.

Il suo genio creativo, la sua raffinatezza senza tempo e il suo gusto impeccabile sono solo alcune delle innumerevoli caratteristiche che distinguono Giorgio Armani. Mi sento onorato di essere stato scelto per rappresentare la sua iconica fragranza ACQUA DI GIÒ in qualità di ambassador del brand. Sono da tempo fan di ACQUA DI GIÒ, per la sua purezza e la sua indescrivibile freschezza. Ho sempre avuto la sensazione che la fragranza possieda un’inafferrabile combinazione di mascolinità e sensibilità: una connessione quasi magica con la natura e con il potere rinvigorente del mare”, ha aggiunto Aaron Taylor-Johnson.

Aaron Taylor-Johnson è un attore dal talento poliedrico. La sua affinità con l’arte drammatica emerge in ogni ruolo che ha interpretato e il suo magnetismo ha affascinato il pubblico di tutto il mondo. La capacità di Aaron Taylor-Johnson di calarsi perfettamente nel contesto e di vivere fino in fondo le sue emozioni rispecchia l’essenza di una mascolinità moderna e consapevole, una visione pienamente rappresentata da ACQUA DI GIÒ.

AARON TAYLOR-JOHNSON
Aaron Taylor-Johnson ha conquistato il pubblico di tutto il mondo grazie a numerose interpretazioni. Nel 2009, è apparso nel film di Sam Taylor-Johnson NOWHERE BOY, in cui interpretava John Lennon durante la sua turbolenta adolescenza. La sua avvincente interpretazione gli è valsa la nomination a numerosi premi, oltre al conseguimento dell’Empire Award come miglior esordiente. Nel 2010 e nel 2013 ha avuto il ruolo di protagonista nell’adattamento cinematografico dei fumetti KICK-ASS e KICK-ASS 2. Nel 2012 ha interpretato il Conte Vronsky in ANNA KARENINA e ha recitato come uno dei tre protagonisti in SAVAGES – LE BELVE, di Oliver Stone, accanto a Taylor Kitsch e Blake Lively. Due anni dopo, nel 2014, ha recitato nel remake di GODZILLA, prima di unirsi nel 2015 al prestigioso cast di AVENGERS: AGE OF ULTRON. Nel 2016, dopo il suo ruolo in ANIMALI NOTTURNI (Nocturnal Animals) di Tom Ford, ha ottenuto un Golden Globe®, una nomination ai BAFTA Film Award e tre nomination alla Film Critics Society, come miglior attore non protagonista. Nel 2018, ha recitato in OUTLAW KING – IL RE FUORILEGGE di David MacKenzie, un film distribuito in tutto il mondo da Netflix e presentato in anteprima al Toronto International Film Festival 2018 e al London Film Festival 2018. Nel 2021 ha recitato in TENET di Christopher Nolan e in THE KING’S MAN – LE ORIGINI, un prequel della serie cinematografica KINGSMAN, e ha preso parte a BULLET TRAIN di David Leitch insieme a Brad Pitt, Brian Tyree Henry, Michael Shannon, Zazie Beetz, Sandra Bullock, Hiroyuki Sanada, Andrew Koji e Benito Martínez Ocasio. Nel 2024, Aaron Taylor-Johnson sarà co-protagonista, insieme a Ryan Gosling, del film d’azione THE FALL GUY; inoltre, interpreterà il personaggio principale del film Marvel, KRAVEN THE HUNTER – IL CACCIATORE e sarà co-protagonista del remake di NOSFERATU di Robert Eggers.

ACQUA DI GIÒ
ACQUA DI GIÒ ha debuttato nel 1996 divenendo la prima fragranza marina del mercato e continua a evocare il potere eterno del mare e l’affinità dell’uomo con la natura. Il nuovo spot ritrae il carismatico attore Aaron Taylor-Johnson come un uomo in totale armonia con il mare e con l’ambiente, traendo da questa profonda connessione un’energia rigenerante. Aaron Taylor-Johnson incarna la visione di ACQUA DI GIÒ di una mascolinità sensibile e libera.

Nel 2024, l’iconica fragranza ACQUA DI GIÒ EAU DE TOILETTE svela un nuovo capitolo, presentando un nuovo ambassador, una nuova campagna e un nuovo flacone ricaricabile.

Credit Image: Mario Sorrenti per Armani Beauty

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