Nella serata conclusiva di Venezia 73 è stato racchiuso lo spirito di tutto il festival: puro intrattenimento con I magnifici 7 come film di chiusura e il filippino Lav Diaz premiato con il Leone d’Oro per il suo When a Woman Left, imponente ritratto umano di quasi quattro ore. Insomma, divertimento e cinema “d’impegno”, mainstream e autorialità di nicchia. Sono stati dodici giorni caratterizzati da questo mix, quelli offerti quest’anno dal direttore artistico Alberto Barbera. Un mix evidente sia osservando il programma complessivo, sia focalizzandosi solo sul concorso ufficiale. Si è passati da La La Land, musical d’apertura con Emma Stone e Ryan Gosling (uno dei titoli più attesi della stagione e già trai papabili film in pole per i prossimi Oscar) al violento e apocalittico The Bad Batch, dal fantascientifico Arrivals all’esistenzialista Voyage of Time di Terrence Malick, dalla leggerissima commedia Piuma di Roan Johnson al riflessivo documentario Spira Mirabilis, dal drammatico biopic Jackie al colorato ritorno alla regia di Emir Kusturica. Abbiamo visto sfilare sul red carpet grandi autori come John Landis, Francois Ozon, Andrei Konchalovsky, Wim Wenders, Lav Diaz, e vicino a loro star del calibro di Mel Gibson, Michael Fassbender, Alicia Vikander, Amy Adams, Jake Gyllenhall, Jeremy Renner, Andrew Garfield, Monica Bellucci.

Tutti i palati sono stati accontentati e soddisfatti, quelli dei cinefili più arditi, in sala per dieci ore al giorno per vedersi quanti più film possibile, e quelli dei fan, accampati con sacco a pelo sin dalla notte precedente per occupare un posto in prima linea accanto al tappeto rosso e ottenere un autografo o un selfie con i loro beniamini.

Forse si è sentita l’assenza di un vero colpo di fulmine in questa edizione, di quel film che ti rimane davvero nel cuore e non ti lascia più – anche se si tratta di gusti e di giudizi soggettivi – ma per il resto non è mancato nulla a questo Venezia 73. Neanche le consuete sorprese, polemiche e discussioni sulle decisioni finali della giuria, presieduta quest’anno da Sam Mendes, che prima di annunciare i vincitori ha parafrasato George Orwell dicendo: “Tutti i film sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”.

In molti hanno storto il naso per il Premio Speciale della Giuria a The Bad Batch di Ana Lily Amirpour: “Ho gradito molto lo spirito del film – ha dichiarato Sam Mendes – ma non ero l’unico giurato a pensarla così. E’ bello vedere un film americano senza compromessi”. A dividere è stato anche il Leone d’argento per la regia ad Amat Escalante e il suo La region salvaje (ex aequo con Paradise di Konchalovski), uno dei film più discussi di questa edizione ed oggetto di molte ironie social per la presenza di un essere extraterrestre dotato di decine di tentacoli e in grado di dare piacere ad uomini e donne. Il regista messicano ricevendo il premio ha lanciato anche una battuta su questo, affermando che “la mia creatura non è un polipo, come molti hanno detto”.

Più scontate (e meritate) invece, le Coppe Volpi alle interpretazioni. Il miglior attore è stato l’argentino Oscar Martinez per il bellissimo El Ciudadano Ilustre, che non ha nascosto l’emozione sul palco, e la miglior attrice la straordinaria Emma Stone di La La Land, la quale non è potuta tornare al Lido e ha inviato un video messaggio (così come ha fatto Noah Oppenheim, premiato come miglior sceneggiatore per Jackie).

Molto emozionato anche Tom Ford, che ha ricevuto il Gran Premio per il suo Nocturnal Animals: “Sono molto eccitato. l’Italia è la mia seconda casa, ho vissuto qui per tanti anni. A Venezia ho presentato il mio primo film A single Man e tornarci con la mia opera secondo e vincere questo premio è un sogno che si avvera”.

Infine, ha dedicato il riconoscimento al suo paese, le Filippine, il Leone d’Oro Lav Diaz, per la prima volta nel concorso ufficiale a Venezia, dopo anni passati a presentare i suoi “film fiume” nelle sezioni collaterali e fuori competizione. “La cultura filippina è disfunzionale e i miei film raccontano personaggi umili perché rappresentano la nostra società. Il mio è un cinema libero che non si pone problemi di durata. Siamo esseri umani, testimoni di ciò che accade nel mondo ed è nostro dovere raccontarlo con ogni mezzo possibile”.

La cerimonia finale si è chiusa con le parole del Presidente della Biennale Paolo Baratta che, dopo i ringraziamenti di rito e il doveroso ennesimo ricordo della recenti vittime del terremoto, ha dato appuntamento alla 74a edizione, che prenderà il via prossimo 30 agosto. Al prossimo anno, Mostra di Venezia!

Di Antonio Valerio Spera per DailyMood.it